giovedì 27 novembre 2025

Camillo Pavan - Archivio interviste, 2005 - 2025

Nell’ordine

1 nome 2 anno nascita 3 località nascita 4 località residenza al momento dell’intervista

5 date dell’intervista 6 numeri file 7 sintesi del contenuto

     

Albanese Alberto jr.

1936

TV- S. Nicolò

S. Paolo - TV

2008.07.31 2010.11.17  2011.01.11

 

 

 

2008.05ab //file 11011101-11011106

Autore della nota poesia sul Radicchio Rosso di Treviso Un fià de la me tera che ha avuto origine da  un episodio reale accadutogli quando era emigrante in Svizzera  a Neuchatel , come fattorino in una grossa ditta di distribuzione generi alimentari. Dopo il periodo dell’emigrazione (1956–1963) ritornò a Treviso dove lavorò dapprima nella ceramica Tognana come decoratore e poi 25 anni come magazziniere nella ceramica Pagnossin. In una successiva intervista  ritorna sull’emigrazione in Svizzera e ricorda il bombardamento  di Treviso del 7 aprile 1944. Pagina blog.

Albanese Mario,

funerali

1947

Fiera di TV

Mignagola


2018.06.19

 

 

18061901

Funerale laico del noto personaggio della sinistra trevigiana, fotografo e poeta. Fui suo amico nonché “compare d’anello” alle nozze con Brunilde a Cittanova d’Istria (in Jugoslavia) nel 1977. Alla cerimonia, coordinata dall’ex assessora del comune di Treviso Ivonne Tordini, intervennero la poetessa Carla Povellato del circolo Amissi de la Poesia el Sil di cui faceva parte anche Mario, Luigi Pasqualon amico di famiglia, venditore ambulante e sindacalista della categoria, Camillo Pavan,  Ivano Zanatta (Anpi di TV) che, come Mario, trascorse l’infanzia in quella via Bison, in riva al Limbraga, che diede nome anche al libro di Paola Gobbetto che ricorda l’attività del fotografo Mario: I ragazzi di via Bison, 2014.

Artuso

Alvisa

1937

[?]

Treviso Sant’Angelo

Treviso Sant’Angelo

2008.12.18

 

 

2008.06b

Nipote di Alvise Artuso,  soldato di fanteria classe 1890 morto sul Col Basson (zona Vezzena , prov. Vicenza) il 25 agosto 1915. La moglie di Alvise, Angela Grespan, che per molto tempo si rifiutò di credere che il marito fosse morto (sperava fosse “disperso”), dal 1915 fino alla sua morte nel 1961 rimase sempre vestita di nero, in segno di lutto.

B. D.

1940

Basso Piave

Basso Piave

2009.07

2009.02b e 2009.03a e 03b

Nato in una golena del fiume Piave, visse infanzia e prima giovinezza nella casa di famiglia, dove costante era il pericolo di esondazioni del fiume. Tornato dal servizio militare e non trovando un lavoro stabile si arruolò nella Polizia di Stato. Operò con la Celere di Padova negli anni caldi del post Sessantotto. Dopo l’attentato di Piazza Fontana (Milano, 12 dic. 1969) fu impegnato nel servizio di vigilanza all’abitazione di Pietro Valpreda. «Quelli di destra volevano ammazzarlo, e dal condominio in cui abitava scapparono tutti». Racconta degli impegnativi turni di servizio nella piazza di Milano teatro di costanti e a volte violente manifestazioni politiche. Fu in servizio in via Zabarella a PD, sede del MSI, dopo l’uccisione di Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci (i primi due omicidi delle Brigate Rosse). Dopo 35 anni di servizio andò in pensione col grado di ispettore capo.

Baran Primo

1943

Treviso

Treviso, Canottieri Sile

2014.06.18

 

 

14061801 – 02

Campione olimpico di canottaggio (con Renzo Sambo e Bruno Cipolla) nella specialità “Due con” – Messico 1968. L’intervista, durata circa due ore nella sede della Canottieri Sile, oltre ai due audio integrali non trascritti comprende 6 brani video (riprese di Luigino Smaniotto): 1– Preparazione allo olimpiadi e gara; 2 – Notte prima della gara; 3 – Il ruolo del timoniere; 4 – Il ritorno degli eroi olimpici a Treviso; 5 – La divisione del duo; 6 – Il momento di smettere. –  Playlist su YT

Bassi Renzo

1944

Lughignano

Frescada

2020.12.24

20122401

Nato a Lughignano il 14 giugno 1944, si è trasferito fin da bambino a S. Floriano di S. Biagio Callalta, dove il padre Emilio (classe 1908) gestiva il casoín del paese e [per qualche anno] anche l’osteria con gioco di borèa.

Ha frequentato le scuole medie al Cavanis di Possagno, diplomandosi poi in ragioneria al Riccati di Treviso

È stato direttore del Consorzio Agrario di Roncade (per una ventina d'anni), poi del Consorzio A. di Monastier (altri dieci anni), finendo la carriera come ispettore del Consorzio Agrario di Treviso e Belluno.

Appassionato giocatore e conoscitore del gioco della borella.

Trascrizione completa sulla pagina del blog dedicato alla borella.

Bellotto Andrea

Treviso, ABC informatica

2009.01.06

2009.01b da 23:15

Informazioni sul funzionamento del mio sito web camillopavan.it… ultimo periodo prima di passare al blog.

Bellussera vigna a Bellussi

Via P. Tron Treviso

S. Angelo di Treviso

2012.12

  Z0000012

Video sulla beussera della mia famiglia. “… La breve vita di un vigneto "a beussi" (beussera), 1964-1985” . Uno dei pochi esemplari nella pianura  in destra Sile. Piantato con grandi speranze negli anni del boom fu estirpato vent'anni più tardi, con tanto di contributo statale... Vitigni: cabernet, merlot, malvasia e verduzzo dorato. Produttività dichiarata: 100q.li di uva x campo trevigiano (200 q.li ettaro).

Borin Ennio

1947

S. Donà di Piave

San Donà di  Piave

2011.07.26

11072604

«Mio nonno - da S. Maria di Campagna - era rimasto vedovo con 6 figli e aveva comprato 6 campi nella palude delle 7 Sorelle. Aveva costruito una baracca su palafitta; si chiamava Attilio. A mio papà dovevano mettere nome Onorio, a ricordo dell'ultimo degli 8 fratelli del nonno, morto/disperso sul Piave, ma all'anagrafe hanno messo nome Attilio, come suo papà ... Mio papà e i suoi 5 fratelli crebbero tutti sulla baracca in bonifica. Vivevano a mesi interi mangiando zucca, perché all'inizio non cresceva mais, ma solo zucca, in bonifica». Poi un po' alla volta al posto della baracca si sono costruiti la casa.

Botter Luigi

1927

Sant’Angelo di Treviso

Sant’Angelo di Treviso

2011.06.14

11061402

Richiesto il nome della barca con cui – in una foto del 1954 – Botter stava attraversando il Sile nei pressi di casa, afferma che non aveva un nome preciso, era semplicemente “a barca”; (qualcuno la chiama “pantana”).  Audio su YT

Busatto Antonio

1935

S. Giuseppe 

S. Giuseppe 

2008.04.08  2020.12.13

2008.03a.03b.04a 20121301

Importante testimonianza sul gioco della borella (e anche la prima). Informatore Mario Vezzà. // Nel 2020: breve spiegazione del significato di “bala al son”. Pagina blog.

Carmelitani        Treviso

Treviso

Treviso

2018.03.16

18031602

Incontro col viticoltore Davide Bastianello e il priore Damiano La Manna in vista dell’espianto del vecchio vigneto e sua sostituzione con nuovi vitigni (bronnersauvignon gris , etc…) resistenti alla principali malattie della vite.

Carraro Bruno e

Mafalda

1929 (Bruno)

Casale sul Sile

Torre di Lughignano

2005.08.06

2005.09b – 2005.09a – 2005.10a

Bruno Carraro fu escavatorista e trasportatore con camion della ghiaia estratta principalmente dalla ditta Barina. Spiega i vari tipi di lavoro in una cava di ghiaia e le trasformazioni avvenuti in riva al fiume Sile a causa delle escavazioni. Dopo aver lavorato per Barina e un altro cavatore di nome Tiso, passò con la ditta dell’ing. Ceccotto, quella che aveva effettuato il “taglio” del Sile fra Fiera e Silea. Vari tipi di giara (ghiaia) e giaron . A 60 anni andò in pensione. Mafalda Carraro: 1924 come suo marito Stelvio Parpinel, barcaro del Sile, che – venuto a mancare il lavoro con i barconi – emigrò in Piemonte, dove rimase dieci anni a lavorare nelle fornaci, per tornare poi in provincia di Treviso dove lavorò fino alla pensione nella fornace Tegolaia di Casier.

Cervi (Pontel) Giancarlo

1929

San Pelagio – Treviso

San Pelagio – Treviso

2008.03.26

2008.02a

Dopo un periodo di emigrazione in Svizzera ea Milano, da 53 anni è alimentarista (casoìn) e tabaccaio del paese. Fu un forte giocatore di borella (come peraltro il fratello Ciliano), specialista nel “passo fermo”. Sua pagina blog.

De Pieri Bepi e Bertilla (1935) – soprannome (Fascio / Sòcoi)

1939 (Bepi)

Casier

Sul “Silis” di Stefanato

2005.07.26

2005.07ab // 2005.13b

Testimoni degli scavi di ghiaia nelle cave Rizzetto di Casier, presentatimi da Glauco Stefanato durante l’annuale visita al capitello di Casale sul Sile, in barcone.  Racconta del lavoro di suo padre con la draga nel Sile e del ritrovamento di reperti antichi che venivano alla luce dal fondo del fiume, con la ghiaia. «Ha trovato anche un vaso,  trovava anfore, coltelli, spade… anche un catino, una volta. – Un catino di che materiale?  Era di terracotta. – Voi le avete viste queste cose o ne avete sentito dire? No, no, viste! Tutta roba vista!».

« C’era quello delle spazzole, chi era? … Coso, ah… Augusto… dell’Acca Kappa… Krull, Augusto Krull, che veniva a prendere… era un appassionato di robe antiche … era sempre là perché sapeva che mio papà trovava… e gli dava qualcosa». Cfr. “La Piarda di Casier”, pp. 12–13

Feltrin Demetrio

1934

Sant’Angelo di Treviso

Sant’Angelo di Treviso

2011.01.19

11011903

Ricorda le escursioni in moto Gilera (e Vespa) – negli anni ’50 –  di un gruppo di amici di Sant’Angelo, fra i quali mio fratello maggiore Corrado (1935–1982).

Filippetto Mario

1944

Villanova d’Istrana

Villanova d’Istrana

2013.03.29

2013.03.29 (File vari)

È Venerdì Santo e mi permette di salire sul campanile del paese a riprendere “el rebegon” [o ribegon]: uno strumento a percussione che suona nel giorno in cui le campane tacciono. Me ne spiega il funzionamento. Video YT.

Foffano Ugo

1942

Sant’Angelo di Treviso

Sant’Angelo di Treviso

2018.01.07

18010701

Note biografiche e memorie della sua attività di pugile culminata come professionista nella scuderia di Edio Pavan (San Donà di Piave). Playlist su YT  e pagina blog con foto d’epoca.

G.D.

1922

S. Antonino TV

S. Antonino TV

2005.09.06

2005.15a

Racconta della prima cava di ghiaia di Rizzetto, sul Sile a Sant’Antonino, con relativo squero per la riparazione delle barche. Il custode si chiamava Giuriato, soprannominato El Duce. Si ricorda di un ragazzo che si annegò sulla cava, dove era andato a nuotare. «Si chiamava Luigino e sua mamma, vedova, era custode e bidella alla scuola di Sant’Antonino».

Gandin Bruno

1944

Silea

Silea

2005.08.27

2005.12b – 2005.13ab

Collezionista di cartoline e foto d’epoca, bibliofilo. Lo incontro nella sua casa di fronte al Sile lungo la restera, nei pressi del confine fra Fiera e Silea. Mi fornisce varie notizie da usare per le didascalie elle molte foto che mi ha concesso di riprodurre nel libro la Piarda di Casier.

Gasparini Giuseppe

1947

San Donà di Piave

San Donà di Piave

2009.07.08

2009.02b–2009.03ab

L’incontro con Gasparini avviene partendo dalla casa natale  in via Calnova – frazione Fiorentina di S. Donà di Piave –  dove suo padre Attilio e i fratelli Sante ed Emilio lavoravano come fittavoli 38 campi di terra del Pio Loco di Venezia. Nel 1953 la famiglia di Attilio si trasferì nella golena del Piave, in via Tirassegno, dove prosegue l’intervista e dove Giuseppe visse fino al 1967, in un terreno sottoposto a frequenti allagamenti. Malgrado ciò il ricordo di quegli anni da parte di Giuseppe non è del tutto negativo. Pur vivendo una vita di lavoro e fatica, in quei pochi campi stretti fra due argini, «quando venivo su alla mattina, nei mesi estivi… avevo come il paradiso terrestre, potevo mangiare un fico, una prugna – dipendeva dalla stagione, chiaro – un peretto moscatello… avevo qualsiasi frutto, qualsiasi roba, tutto a portata di mano… tac tac tache… bastea andar su par l'albero te vea tut: prugne, gocce d'oro… sapori che adesso te li sogni. Venivi su alla mattina, e prima di andare a scuola mangiavi una fetta di melone… nell'orto mia mamma teneva meloni  e anche arachidi (i baciri) … ».

Nel 1967 la famiglia Gasparini si trasferì in una nuova casa a Mussetta, dove Bepi rimase fino al 1984 quando si sposò con  Gabriella Martinello.

Giacobbe Gianni

 –

2003.03.06

2005.12a

Intervista effettuata da Glauco Stefanato al vecchio barcaro Giacobbe, abitante in una località non precisata del Polesine. Racconta di un epico viaggio col barcone, nel 1962, durato ben 137 giorni. Partenza da Crespino il 14 luglio – Villanova Marchesana – Cologna Veneta – Ferrara. // Dialetto arcaico, termini tipici dei barcari di difficile interpretazione.

Gnan Adriano

1948

Donada (RO)

Silea

Varie cassette dall’8.8. al 19.12.2005

2005.10ab–11ab–12b –16b–17ab–18ab –19ab

Ricerca finalizzata alla realizzazione del volumetto biografico “Navigare sul Po” – Dall’introduzione dell’opuscolo: «Mi raccontava mio nonno Vittorio (1886 - 1964) che anche suo nonno era barcaiolo. All’epoca abitava proprio alle foci grandi del Po, a Tolle».  Inizia così il racconto di Adriano Gnan, classe 1948, che dell’antica famiglia di barcari conosciuti come Trivèa, è l’ultimo erede…

Granello Guido

1920

Canizzano

Canizzano

2006.12.09 2007.04.05

2006.01ab –  2007.05a

Serie di sette interviste audio per la realizzazione dell’opuscolo Al fronte e in prigionia (CSC, S. Lucia di Piave, 2007) – Incipit dell’opuscolo: «Verso la guerra – Il novmarzo 1940 ho dovuto presentarmi al Distretto militare di Trevisonella chiesa di Santa Caterinavicino allPostvecchie. C'eravamo già stati per il sabato fascistaSi facevangli esercizi di ginnasticdi addestramentallarmi eavevamimparato ad usare come contraerea una vecchia mitragliatrice Saint Etiennchc'ernel cortile. Era senza proiettilimqualcosa abbiamo imparato. Il nove marzo erun sabato, alla sera verso le settnoi della contraeresiamo partiti in treno versVerona…». Alcuni brani delle interviste sono presenti in questa playlist su YouTube.

Grespan Maria

1923

Sant’Angelo di Treviso

Santa Maria del Sile

2012.01.25

12012501

Suo ricordo degli ultimi giorni sotto i tedeschi dell’aeroporto militare di Treviso, prima dell’occupazione da parte dei partigiani garibaldini del Btg. Mirando  avvenuta nel pomeriggio di domenica 29 aprile 1945.

Libralato Giorgio

1949

Santa Cristina di Quinto TV

Santa Cristina di Quinto

2014.08.01

14080101–02

Da palude che stava per essere bonificata per lasciar spazio a una troticoltura all’attuale Oasi di Cervara sul Sile. Giorgio Libralato, all’epoca vicesindaco DC di Quinto di Treviso impedì che la bonifica andasse in porto e con un gruppo di appassionati locali (il “Gruppo Tiveron”)e facendo base sul vecchio mulino esistente, iniziò la ripulitura degli sterpi. Tutto questo prima del 1991, quando fu istituito il Parco del Sile. Vai alla playist con l’intervista video completa. (Riprese di Luigino Smaniotto) - Vai alla pagina del blog, con trascrizione parziale.

Marini Guido

1934

2018

Canizzano

Sant’Angelo di Treviso

2008.07.25

2008.05a – 2008.06a – 11050204 – 12101701/102406 - 13121709/13050901 14011108/14011108

Ricognizione nella campagna di Canizzano nel luogo in cui – dopo il mitragliamento dell’aeroporto da parte degli inglesi (18 marzo 1944) – i tedeschi installarono una postazione antiaerea con cannoni 88 Flak.Segue una serie di interviste riguardanti la sua vita, i lavori agricoli, la sua attività di trattorista, etc. raccolte durante il lungo periodo di malattia che accompagnò i suoi ultimi anni. Tali interviste sono solo in parte sono trascritte; vari brani audio sono comunque presenti su YT compresi tre video registrati in precedenza. Video 1: battere la falce; video 2: bruscar e vide; video 3: copar el porsel (è la persona con basco che appende il maiale che dovrà essere squartato) – Audio 1: dissodamento prato stabile; audio 2: il riposo del trattorista; audio 3: covoni di frumento, metodo per farli; audio 4: trebbiatura; audio 5: carri armati alleati su Treviso; audio 6: uccellagione notturna; audio 7: ponticelli sul Sile, via Nogarè; audio 8: cottura zucca dentro le braci.

Martin Gian Paolo

S. Maria del Rovere

Osteria da Coppi – Catena di Villorba

2008.04.02

2008.02a –2008.02b –

Gian Paolo Martin, pensionato dell’ex ospedale neuropsichiatrico di Sant’Artemio, TV,  è stato per anni presidente di un club di borella, dapprima del Club Norge, presso l'omonima osteria in via Cal di Breda Treviso, poi del Club Coppi di Catena fino al suo scioglimento alla fine degli anni '90. È stato anche dirigente del campionato interprovinciale di borella (Treviso, Padova, Venezia) che si è svolto nell'ultimo quarto del secolo scorso. A volte organizzava presso l’osteria da Coppi delle gare con premi in natura… «Gara gastronomica. Cominciavamo con soppressa, soppressa, salame, salame... si premiavano una ventina di persone su sessanta partecipanti, 50 – 60 partecipanti. Erano bei premi. Qua l'abbiamo sempre fatta gastronomica, perché coppe e trofei io li ho regalati i primi anni, quarant'anni fa: prendevi la coppa e... invece dopo, gastronomica: porti a casa!».  Link alla pagina blog.

Masini Riccardo

1938

1936?

Istrana

Istrana

2014.06.25

14062501,

Registrazione video avvenuta nella sede della Trevisani nel Mondo, in via Risorgimento a Treviso. Riprese di Luigino Smaniotto. Vari argomenti anche relativi alla guerra [vedi raccolta interviste di argomento partigiano]. Qui si riportano l’individuazione/descrizione di una foto della vecchia Postumia Romana nel tratto fra Pezzan e Sala d’Istrana «che fino al 1977  si presentava come poco più di un sentiero campestre». Video YT  // Masini ricorda inoltre la costruzione dell’aeroporto militare di Istrana [inizio lavori il 6.9.1952, inaugurazione 22.6.1954] che provocò forti proteste da parte dei contadini espropriati di 120 ettari fra Sala e Pezzan d’Istrana. Protesta inizialmente spontanea con la DC a fare da mediatrice, ma che vide anche un tentativo di inserimento del PCI, che pure nella zona aveva un riscontro elettorale pressoché nullo. «Ricordo che in piazza si era accampata la Celere, proprio un battaglione, non so quanti fossero, in armi, in tenuta anti-sommossa e alla domenica, inquadrati: tutti in chiesa a messa, con il trombettiere che all'Eucarestia suonava l'attenti. Sono stati là per mesi». Video YT

Mazzariol Giuliano

1960 ca.

Musestre

Telefono

2021.03.28

21032801

Mazzariol mi è stato segnalato da Renzo Bassi, come persona appassionata del gioco della borella e che fino a una ventina d’anni fa, o forse qualcosa di più, frequentava ‘na borea privata, in mezzo ai campi poco lontano da Quarto d’Altino, sotto un barco di proprietà di Giorgio Zanotto. 

Mazzariol conosce inoltre un gruppo di sette-otto amici che tuttora [2021] si ritrovano privatamente a giocare a borella nei campi di uno di loro, a Conscio di Casale sul Sile. 

Mazzariol ha dimostrato anche di essere particolarmente ferrato nei legni utilizzati per la costruzione di bae e sóni, argomento che mi sta particolarmente a cuore.

«I sóni : sono [in opio – acero campestre] fatti con legno de partìa ; cioè con legno ottenuto da un tronco tagliato a metà,  escludendo il midollo centrale (“non lasciando la medoƚa al centro del tronco”). Quella metà la si può tornire, girare torno torno fino ad ottenere sóni resistenti perché, non  avendo più la medoƚa è sparito il punto di rottura».

Pagina blog.

Michieletto Luigino

1946

Settecomuni di Preganziol

Settecomuni di Preganziol

2013.06.29

 

 

2013.07.01 audio diviso in 8 brani

//13080601–13080602

13080604 //

13091001 //

Ai brani audio si accompagnano clip video, da cui sono tratti i video su YouTube.

Radicchio rosso tardivo di Treviso: impollinazione dei fiori con le api - Produzione seme: Video YT «La tecnica di impollinazione... È venuta fuori da Zero Branco. Dopo è stata l'APO che mi ha inserito a fare radicchio per i semi e mi ha mandato dei tecnici in agraria, dei dottori dell'università di Verona per insegnarmi a fare la semenza, a impollinare. Abbiamo provato con le api ... anzi, prima abbiamo provato con le mosche, dopo abbiamo provato con i bombi, però meglio di tutto è l'ape.
- Che anno era? Oh, tanto! Saranno 35 anni fa.- Cioè il 1980, un po' prima... // 
Raccolta delle piante da seme (6 agosto 2013) – Prima del sorgere del sole, Luigino Michieletto e la moglie sono al lavoro per raccogliere le piante da seme di radicchio rosso tardivo di Treviso, ancora umide di rugiada, a Settecomuni di Preganziol. I grandi e preziosi fusti con le infiorescenze della cicoria trevigiana saranno poi trasportati in un capannone aperto e lasciati ad essiccare all'ombra per un mese prima di essere trebbiati. Video YT // 10 settembre 2013, ultimo atto: trebbiatura del seme. La trebbiatura è avvenuta con un vecchio mulino trincia-mais della "Ceccato Olindo Caterino" di Arsego (Padova), riadattato con la sola eliminazione dei crivelli e azionato con il cardano da un trattore Fiat 250. Per la vagliatura è stato utilizzato un buratto ad alimentazione elettrica con tre crivelli appositamente studiato e costruito da Luigino Michieletto, che del radicchio è anche un produttore figlio di produttori. Ulteriore dimostrazione dello spirito d'iniziativa e dell'impulso a un continuo miglioramento "dal basso" che ha da sempre caratterizzato la storia di tutte le operazioni collegate alla produzione del pregiato radicchio rosso di Treviso. // 
Video YT

Nordio Luisa

Casale sul Sile

Casale sul Sile

2005.07.25

2005.06a

Lavoro in vetreria, a 15 anni Sono andata in vetreria nel settembre del '65.  – Fino a quando ha lavorato?  Ho lavorato in fabbrica un anno e mezzo.  – Era dura, come lavoro...  Ghe sbìcio mi : venivo a casa bonba  [inzuppata] da qua fin qua...  Mi portavo via perfino la roba da cambiarmi. Lavoravo in “moleria”, sulle macchine, sulle mole... eravamo in mezzo all’acqua noialtri, eh.  Video YT  –  Opuscolo Mestieri per donne, p. 31.

Osteria alle Crosere

San Bartolomeo,   Breda di Piave

San Bartolomeo,   Breda di Piave

2016.06.15

16061505 –16061506 –16061507 –16061508

Visita all’ultima struttura attiva per il gioco della Borella Incontro con il titolare dell’osteria Andrea Giobbe e la moglie Nicoletta Trentin, che mi permettono la misurazione del campo di gioco e  mi mettono a disposizione bae e soni. Un avventore, Giacomo Trevisiol, mi piega che “le borelle” – cioè i campi per il gioco della borella – venivano costruite sempre a tramontana, perché dietro la casa il fondo restava morbido e le bocce restavano all’ombra. Pagina Blog.

Palmieri

Nicola

Treviso

Treviso

2013.05.28

13052801 –

13052802

Breve conversazione telefonica. Cerco notizie su suo padre, Giorgio Palmieri, già direttore del mercato ortofrutticolo di Treviso e autore di un opuscolo ciclostilato sul radicchio: Vita recondita del radicchio rosso di Treviso, 1992.

Papparotto Renato

1933

Casier

Casier

2005.07.11

 

2005.07.18

 

2005.07.25

2005.01ab –

2005.02ab –2005.03ab –

2005.04ab –

2005.06b

2005.07a

Principale informatore del libro La piarda di Casier. Ranato era figlio di Vittorio, 1884, un peatèr,  conducente di peata, tipica barca che permetteva la consegna della merce scaricata dalle navi, dentro i rii di Venezia. Suo padre, barcaro, non voleva che i figli facessero il suo lavoro «non  voglio che nessuno dei miei figli metta piede in barca», perché sapeva quanto duro fosse. Renato i spiega l’origine del nome “restera”(argine che costeggia il Sile):  dal tipo di corda intrecciata come una “resta” (treccia) di aglio, con cui cavalli e buoi trainavano i burci che risalivano il fiume.  Narra episodi della sua infanzia, il gioco con gli amici della piazza e del borgo, la costruzione di infrastrutture come la rettifica della strada Jesolana. Iniziò a lavorare a 13 anni come  tornitore e fabbro nei Cantieri del Levante, la più importante realtà industriale del paese (che sorgeva dove ora si trovano le industrie “Sile”). I Cantieri del Levante, pur trovandosi in riva a un piccolo fiume di pianura,  costruirono diverse imbarcazioni in grado di affrontare la navigazione marittima. Da ricordare, fra le tante, la "Massima" e la Frances. ​La Massima affondò nel porto di Alessandria d'Egitto dopo aver urtato una mina. ​ La Frances fu varata nel 1948 e successivamente, venduta a un arabo, cambiò nome in Sana'a. Dopo la chiusura del cantiere nel 1949, Renato e suo fratello Toni avviarono un'officina meccanica, specializzandosi nella motorizzazione di burci e nella manutenzione dei loro motori. Per questo motivo Renato può essere considerato la memoria storica della navigazione sul Sile nel suo ultimo periodo, quando cioè cercava di sopravvivere con la motorizzazione. Inutile dire che, malgrado ciò, il tempo della lenta navigazione fluviale, negli anni 50–60 stava inesorabilmente tramontando, per cedere il posto al trasporto su gomma. Nei giorni in cui lo intervistavo Renato Papparotto era intento a mettere in ordine e digitalizzare il suo ricco archivio fotografico, comprendente anche qualche “filmino” in Super8, come quello dell’alluvione del 1966 con il vento che flagellava il porticciolo fluviale di Casier e le barche che vi erano ormeggiate.   

Pasin Giancarlo

1943

Villapendola di Silea

Dosson

2005.09.02 – 2005.09.08

2005–14ab

2005.15a

Il noto cuoco Giancarlo Pasin titolare del ristorante “Alla Pasina”, e autore del libro Cento Facili ricette con il Radicchio, ricorda la sua infanzia nel Sile. Era nato in una casetta adiacente alla cava Rizzetto, dove i genitori erano guardiani dello squero e suo padre anche fabbro specializzato nella manutenzione delle draghe. Racconta vari episodi della sua infanzia e soprattutto come il Sile rappresentasse il divertimento dei ragazzi del luogo. «Noi siamo nati nel Sile. Fin da piccolo, fai conto a quattro cinque anni ho cominciato ad andare a nuotare sul Sile… non facevamo stili: andavamo a cagnasso. Partivi a cagnasso e dopo iniziavi un po’ a sguazzare. Quelli erano i modi in cui si imparava a nuotare, non avevamo stili, non avevamo niente, ma così abbiamo imparato a conoscere bene l’acqua del fiume, che era insidiosissima, e questo i ragazzi che venivano a nuotare da Treviso, non lo sapevano. Si tuffavano dalla draga, e cinque-sei all’anno ci rimettevano le scorze…». Perché, la cava è terribileper un metro l’acqua è calda, ma sotto è freddissima! E tu, quando fai il tuffo hai l’impatto col ghiacciato… e là ne restavano sotto tanti, “fiòi”.

Passarella Franco

1939

Portegrandi

SILIS, in navigazione

2005.07.26

2005.07b – 2005.08a

Squerarolo ai cantieri Crosera di Portegrandi. Aggiustava le barche, faceva el calafà. – Fare el calafà, cosa vuol dire? Vuol dire mettere dentro la canapa fra le fessure di due maglieri e dopo gli davo la pece nera, in quegli anni là… adesso ci sono prodotti chimici… Lavoravamo il fasciame interno ed esterno; a contatto con l’acqua, mettevamo questa canapa abbeverata di catrame, che era scura… perché durasse di più. Il catrame la faceva diventare marron, allora, diciamo, era come “condita, e a contatto con l’acqua durava più anni…  Ovviamente oltre a fare el calafà, costruivamo anche nuove imbarcazioni. «Ne abbiamo fatto circa un migliaio: burci ma soprattutto pescherecci…  fra Caorle, Trieste, Grado, Chioggia, Sottomarina e dopo Pellestrina e qualcuno è andato anche in America». Importante era anche la scelta del legno: la chiglia la facevamo in mogano, perché era un legno lungo, senza nodi. Ma per il fasciame i fratelli Crosera andavano giù  «verso Macerata, giù di là, dove ci sono i boschi; a Ascoli Piceno, dove ci sono i roveri, le querce. Invece, per il rovere più dolce, rovere sloveno, andavano in Slovenia: sarebbe legno da mobili, ma noi adoperiamo quello come fasciame».  Intervista utilizzata alle pp. 78–85 di La piarda di Casier.

Pavan Carmela

1937 -2019

S. Angelo di Treviso

S. Angelo di Treviso

2008.10.16

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2012.05.13

2014.05.25

 

2012.05.25

2013.05.06

 

 

2008.06a –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2012.05.13

12052501

12052503 - 04

25062502-03-04

2013.05.06a+b+c

Carmela era mia sorella, memoria storica della nostra famiglia contadina. Con lei ho fatto innumerevoli chiacchierate: alcune le ho registrate, parte in audio, parte in video. Nel primo file qui riportato si parla, nell’ordine: 1 – del desgaetar [sbozzolamento]: staccare dal bosco e pulire i bozzoli dei bachi da seta per portarli a  vendere; 2 – del parar via e vache per arare i campi; 3 – della stégola: campo arato e lasciato a riposo, non seminato; 4 – dei periodi di semina: a marzo la spagna [erba medica], poi il granoturco; fine giugno e inizio luglio taglio e trebbiatura del frumento poi aratura del campo dove c’era il frumento per seminarvi il mais singuantin [cinquantino, maturava in circa 50 gg., con pannocchie (rosse) più piccole del soturco – granoturco]; 5 «Alle fiere di San Luca [Treviso, inizio ottobre] seminavi il frumento e l’orzo, e dopo … a San Martino era finita la stagione». La mia nascita, in casa  – Audio YT Quindici proverbi contadini – Audio YT Animali da cortile: allevamento domestico e sua importanza nell’economia contadina – Video YT Aratura tradizionale con vacche e buoi nel Trevigiano – Audio YT (anche su ebook)  Marenda e marendin  Audio YT Foje pa e vache [foglie secche e fresche per il bestiame]  Audio YT // Polenta senza munèri  Video YT …

ALTRE TESTIMONIANZE (video) su YouTube – Sui campi del radicchio, d’estate (21.8.2009) // “Curar raici” [pulire il radicchio], in stalla (29.11.2009) // Sui campi del radicchio, d’inverno (9.12.2010) // Copar na gaina [ammazzare una gallina, tecnica tradizionale dei contadini di Sant’Angelo], 27 ottobre 2011. Dopo 36 commenti, ho dovuto disattivarli. Perché va bene essere buoni, non far male a una mosca, ovviamente essere vegetariani se non vegani… ma veder trattare così mia sorella che, con le sue mani contorte dal lavoro, mostrava l’atto finale di un processo – fatto non per divertimento, ma per alimentare la famiglia – (e iniziato con l’idilliaca e applaudita visione della nascita dei pulcini), proprio non ce la facevo più. // Bambina a scuola (1948)? No: ci va già il fratello maschio. La costruzione di una chiesa nel Veneto degli anni ’50. // Comprare la terra, pagare i debiti (1950–1980), lavorare il radicchio. // Canizzano, strada/via delle Marie, il lavoro di Giacomo: raccogliere buasse: sterco bovini,equini... // Canizzano, via delle Marie: la scomparsa del vecchio capitello // Coltivazione del radicchio rosso tardivo di Treviso: maturazione dentro ''a corte del leame''. // 2011 – Conversazioni sul campo di radicchi fra Carmela e una nipotina.

Pavan E.

1944

S. Angelo Treviso

S. Angelo Treviso

2015.07.16

2015.07.16

Storia di un gelso di confine tra due appezzamenti di terreno in via Priamo Tron, comune di Treviso.

Pavan Maria

1939

San Zeno TV

S. Angelo di Treviso

2012.04.17

12041701/02/03

Maria (Mariuccia) Pavan racconta dei sui lavori (prima del matrimonio), iniziati quando ancora era alle elementari come bambinaia e proseguiti nelle fornaci di Treviso e dintorni, particolarmente bisognose di una manodopera di cui fosse facile tenere a bada le manifestazioni di protesta. – Alla ceramica Pagnossin, 1953 – Audio YT – Alla ceramica Appiani, 1953–1961 – Audio YT Opuscolo Mestieri per donne, contenente anche la testimonianza di Mariuccia.

Pavan Geremia

1941

S. Angelo di Treviso

S. Angelo di Treviso

1968–2012

1958–2012

Serie di video (i primi due in Super8 muto) che riprendono mio fratello Geremia in vari momenti di vita e lavoro nella sua azienda agricola. – Natale 1968: Arrivo della nuova Fiat 1100 familiare – Inverno 1976/77: “Copar el porsel” – ammazzare il maiale – 2009: “Cavar raici”: raccolta tradizionale del radicchio rosso di Treviso.  – 2011: “A corte”: La concimaia tradizionale in provincia di Treviso – Accatastamento “dal vivo”.– - 2012, febbraio: Piccoli lavori con vecchio trattore Fiat 300 – 2012, settembre: Pulizia manuale di una stalla. Geremia ricorda come prima di lui quel lavoro l’avessero fatto i suoi antenati; in particolare cita il bisnonno Giuseppe [1845-1922], il cui padre era Davide [1808 - …],  stesso nome di uno dei suoi nipoti, che si augura un giorno prenda il suo posto nella conduzione dell’azienda e della stalla.

Pavan Raffaelo

1923

S. Angelo di Treviso

S. Angelo di Treviso

2008.12.19

 

 

2011.02.08

2011.02.11

2014.01.02

2008.06b 2008.07ab – 2009.01ab

11020804–05

11021102–04

14010201–02

Una lunga vita (morirà a 98 anni nel 2021) trascorsa come agricoltore nella sua campagna a Sant’Angelo e  – raggiunta la pensione – come dirigente (anche nazionale) dei pensionati della Coldiretti. Nella Seconda guerra mondiale: «Sono partito il 10 settembre 1942. Ero di stanza a Casalmaggiore, sul Po, cameriere alla mensa sottufficiali e dopo l’8 settembre 1943 sono riuscito a scappare e sono tornato a casa il 12 settembre 1943». Collaboratore del parroco don Giovanni Favaretto – per conto del quale lavorava i terreni di pertinenza della parrocchia  - alla fine di aprile del 1945 era presente in canonica quando, dopo una trattativa fra il comandante tedesco dell’aeroporto militare di Canizzano e i partigiani locali, i tedeschi si arresero e gli ufficiali furono accolti in canonica fino a che si consegnarono agli inglesi. 

Brani su YouTube – Trincee e sbarramenti anticarro tedeschi a sudovest di Treviso. – Aeroporto Treviso - aprile 1945: il comandante, il parroco, i partigiani e le donne dei tedeschi  Fuoco all'archivio (e alle lettere al parroco dei soldati in guerra) . Quando muore un vecchio niente di meglio di un bel falò con le sue scartoffie per pulire senza perdere troppo tempo e far largo alla vita che continua. Non importa se il vecchio è stato il prete che per 40 anni ha retto la parrocchia. Non importa se a bruciare sono le lettere che i parrocchiani soldati gli avevano inviato dal fronte durante la guerra. Così se n'è andata gran parte dell'archivio personale di don Giovanni Favaretto (1903-1984), parroco di Sant'Angelo sul Sile fra il 1939 e il 1979.

Pin A.

1941

Lughignano

Casale sul Sile

2005.07.25

2005.06ab

«Sono nata con l’acqua in casa… veniva “fuori per fuori” dai balconi ed io ero sopra, quando sono nata a Lughignano di Casale sul Sile “drio a riva del Sil”, proprio attaccati…  Il giorno in cui sono nata c’era l’acqua alta, perché era straripato il Sile, che straripava tre quattro volte all’anno, anche cinque. E fatalità al 13 di febbraio 1941 aveva straripato. Eravamo una riga di famiglie e l’ultima era la nostra, avevamo i portoni più grandi e di sopra avevamo le camere e anche il granaio. La gente delle altre famiglie non sapeva come venir fuori e allora passavano sulla nostra casa: avevamo una scaletta che, sull’alto, dietro, si portava al livello della strada. Passavano tutti sul nostro granaio… e la nostra ostetrica, levatrice come una volta la si chiamava, è venuta col battello, che l’acqua passava sulla nostra cucina,  perché quando c’era l’acqua aprivamo le porte, che entrasse. Era un’ostetrica di Casale è venuta col battello fino alle scale e mi ha fatto nascere. Una volta si nasceva tutte a casa… – La località esatta di Lughignano, il vostro borgo com’era chiamato?  Era via Chiesa, perché è vicino alla Chiesa; eravamo “in Contea”: lo chiamavano “la Contea”».  Audio YT – 1955-1963 … Fornaciaia da Bertoli, ceramista da Tognana.  Vedi anche l’opuscolo Mestieri per donne .

Pinarello Gabriella

1941

Catena di Villorba

2019 Trento

2020 Telef.

2019.03.30

2020.04.14

2020.04.16

2020.04.17

19033101      – 20041402

– 20041601

– 20041702

 

Nell’intervista registrata a Trento racconta della sua conoscenza del trevigiano Romano Favaretto “Toe” [fratello del caduto partigiano Mirando Favaretto], della sua attività di venditore di quadri [anche di libri usatinella piazzetta dietro il campanile del Duomo  di TV] con laboratorio di cornici in Cornarotta e dell’ambiente di pittori e artisti grandi e piccoli che frequentava a Treviso negli anni’60. Nella lunga intervista telefonica [causa lockdown Covid] dell’anno successivo, G. Pinarello racconta la sua vita: la morte del padre Luigi Cipriano nel 1946 investito da un auto a Carità di Villorba mentre tornava dal lavoro; della madre che – da sola – riesce ad allevare tre figli; dei suoi 5 anni (1951–56) al Patronato Carolina Polacco di Treviso. Molto spazio è dedicato alla sua esperienza di lavoro alla Filatura del Montello a Visnadello: vent’anni, dal 1956 al 1976, da apprendista a caporeparto. Ascolta la playlist su YouTube con la storia della vita di Gabriella Pinarello. Vedi anche l’opuscolo Mestieri per donne .

Piovesan Guido

1934

San Floriano / Olmi

S. Floriano / Olmi

2021.01.11

 

 

 

 

 

 

2021.03.06

21011101 -

 

 

 

 

 

  21030602

Guido Piovesan da ragazzino ha fatto el bureín nel gioco della borella e con i soldi racimolati a rilanciare le bocce ai giocatori, è riuscito a comprarsi un paio di scarpe da calcio, giocando poi per tre anni con gli allievi del Treviso. 

Nella vita, per oltre sessant'anni ha fatto il pittore edile, per cinque sei anni soto paron, e poi con una propria impresa, ora gestita dai suoi due figli. Vai alla sua pagina blog. Racconta della tradizione del campanò (o campanon come da lui pronunciato). «Si suonava con le mani, sopra il campanile, non tirando le corde. Ci voleva... si legava il battaglio con una corda… C'era tutto un procedimento, prima. Bisognava legare il battaglio a una certa distanza dai bordi della campana e dopo, con due mani e un piede, si suonava. Nel 1945, il giorno in cui è finita la guerra, siamo stati sopra il campanile dalle 8 della mattina fino alle 5 della sera a "sonar campanon", e le donne venivano a portarci salame, soppresse, vino... – Audio YT.

Pol Renzo

1964

S. Vitale di Canizzano

S. Vitale di Canizzano

2013.09.10

P9100072

Intervista raccolta sul campo mentre Renzo e famigliari erano intenti alla zappatura/sarchiatura manuale del radicchio rosso tardivo di Treviso. Si parla del radicchio: quello precoce non vale più la pena coltivarlo, rende poco. Quello tardivo è una buona fonte di reddito ma si dovrebbe migliorare l’attività del Consorzio, cui peraltro solo una minoranza di produttori aderisce – Guarda il video YT (parziale) e quello integrale.

Proprietario casa con un presunto dipinto di Beppe Ciardi

Quinto di Treviso

Quinto di Treviso

2013.12.17

Clip originale di 2’42’’

Durante le prime ricerche sui partigiani uccisi al Gambero, sulla strada Noalese, incontrai un signore che abita in via Pelosa, nelle immediate adiacenze dell’aeroporto di Treviso, il quale mi riferì che nella sua casa c’era un dipinto di Beppe Ciardi. «Quando abbiamo comprato la casa ci hanno detto che la moglie di chi l’abitava prima “andava a fare i mestieri” in casa di Giuseppe Ciardi  il quale invece di pagarla le ha ceduto la casa», sulla cui facciata c’è un dipinto (da 01:03) di soggetto sacro, che a prima vista, tuttavia, difficilmente è attribuibile a Ciardi. Alla mia perplessità l’interlocutore spiegò: «È di Beppe, sa, non di Guglielmo. Guglielmo [Ciardi] era bravo, Beppe invece faceva un po’alla buona».

Prosciutto, come farlo

2000.07…

2000.02a –

2000.02b

A richiesta di un amico abitante in Uruguay chiedo a due esperti quale procedimento usassero i loro famigliari per ottenere il prosciutto crudo. Nel primo audio rispondono mio fratello Mario che ha sposato una ragazza del Cilento e Alfonso Fassina, fratello di un mio cognato e abitante a Sant’Ambrogio di Grion – Trebaseleghe PD. Nella seconda cassetta, a partire da 12:09 parla Giuseppina, la moglie di Mario. // Interviste non trascritte.

Rossetto Angelo

1946

Borgo Grappa LT

Silea

2013.09.13

13091302

Breve incontro con Angelo Rossetto, campione di canottaggio anni '70 e olimpionico a Monaco 1972 con il “Quattro senza” (quarti classificati)  « Non hanno voluto che facessimo il "Due con" sennò avremmo vinto ad occhi chiusi». – Video YT .

Rossi Lino

1943

Conscio di Casale

S. Cristina di Quinto

2013.08.24

 2013.09.13

13082401

 13091301 – 13091302

La famiglia Rossi arrivò a Santa Cristina nel 1952 dove per prima iniziò la coltivazione del radicchio rosso di Treviso: Audio YT. Lino è stato un esponente di punta dei locali giovani della DC, consigliere comunale e assessore al comune di Quinto e fu tra i fondatori nel 1956 dei Club 3P della provincia di Treviso: Audio YT, oltre che membro e dirigente delle varie organizzazioni di vendita dei produttori agricoli ad iniziare dall’APO, espressione della Coldiretti. Dopo che nel 1985 fu data la possibilità ai produttori agricoli di aprire anche degli agriturismi come attività connessa e complementare alla produzione dell’azienda, Lino e famiglia si attivarono per dar vita al proprio “Agriturismo al Sile”, aperto l’11 novembre 1988. Vai alla pagina del blog con la trascrizione completa dell’intervista a Lino Rossi. // L. R. parla poi della sua passione per il gioco della borella e accenna anche al gioco del “Quarantotto”, che «si gioca con quattro bocce e un pallino» e che ricorda di averlo giocato con l’on. DC Bruno Zambon nella zona di Colfosco e Susegana. Restando al gioco della borella, Rossi si attiva per organizzarne una rievocazione il giorno 13 settembre 2013 presso la struttura del suo agriturismo. Guarda la Playlist su YT e leggi la trascrizione dei dialoghi della serata sul blog dedicato al gioco della borella.

Schiavon Gianni

1947

Catena di Villorba

Catena di Villorba

2008.03.27

2008.02a

Nel breve incontro il titolare della nota trattoria “Da Coppi” sede di un “club di borella”, mi indica la persona a cui rivolgermi per notizie approfondite sul tradizionale gioco: Gian Paolo Martin, di Santa Maria del Rovere. Vai alla pagina del blog dedicato alla borella.

Sponchiado Dino

1927

S. Maria del Rovere

S. Maria del Rovere

2019.03.13

19031302

Brano di un file lungo 2 ore e 40’ in cui fra l’altro parla del suo matrimonio civile  e delle difficoltà incontrate ad essere comunista in un paese in cui la gran maggioranza era politicamente vicina alla DC. – Audio YT con il racconto del suo matrimonio nel 1963.

Stefanato Glauco

1947

Casale sul Sile

Casale sul Sile

2005.07.25 fino al 16.11.2005

2005.05ab –06a

2005.07ab – 08a

2005.09a –12b –

2005–16a

Serie di testimonianze e racconti di vita in preparazione del libro La piarda di Casier presentato da Ivano Sartor nel porto fluviale di Casier – nel corso di una breve crociera con la motonave SILIS da Fiera a Casale sul Sile – il 16 novembre 2005. Così Glauco ricorda le sue prime esperienze, quando era piccolo e andava in barca con suo papà. «Durante le vacanze era bello andar via con la barca, perché ovunque andassimo mio papà era conosciuto. Erano amicizie che risalivano nel tempo, vecchie di generazioni, perché mio papà mi portava in giro, in viaggio con sé, come suo papà aveva fatto con lui e gli altri barcari avevano fatto coi loro figli».

Susigan Lorenzo

1944

S. Floriano/Olmi

S. Floriano/Olmi di S. Biagio Callalta TV

2020.12.19 e 2020.12.20 

2021.03.19

20121901 –

20122001 –

21030605 –

21030607 –

21031902

Susigan è un pensionato, già dirigente di una carrozzeria industriale. Abita vicinissimo all’ex osteria con bottega de casoín di S. Floriano: l'osteria "da Piero De Marchi” (detto Piero Osto). Esercizio commerciale che dopo il cambio di un paio di gestori chiuse, trasferendo la sola osteria nella vicina Olmi. Con L. S. si parla del gioco della borella al quale si avvicinò, come tutti bambini, come boreìn, cioè quello che rimandava al giocatore la baƚa che aveva lanciato per colpire i sóni.

«Facevamo lotta noi bambini per farlo: io ero il più vicino [al campo di gioco] e prendevo più facilmente il posto di quelli che venivano da più lontano: e una volta preso il posto era difficile cederlo, perché ti davano quei sínque dièse franchi alla fine della partita».

Lorenzo Susigan è poi stato giocatore di borella – ma anche di bocce –  per vari anni. Ma «è dal 1986 che ho smesso, per motivi di lavoro, non sono neanche più andato in osteria.

Lavoravo a Lanzago da Franchin, che faceva carrozzerie industriali. Diciamo che ero il primo disegnatore che è venuto da Franchin. […] Quando poi hanno chiuso sono andato in giro per il mondo… ».

Vai alla sua pagina nel blog dedicato alla borella.

Tiveron Ivano

1947

 

S. Floriano/Olmi

Cordenons

(Int. telef.)

2020.12.18

20121801 – 20121802

Mio compagno di scuola alle magistrali e professore di lettere alle scuole medie. Autore di vari libri di storia: sia strettamente locale sia di argomenti attinenti alle due guerre del Novecento. Mi parla di San Floriano, il paese della sua infanzia e giovinezza e mi mette in contatto con i testimoni Lorenzo Susigan e Renzo Bassi.

Toffolo Maria

1924

Silea

Silea

2005.12.16

 

 

2005.12.19

2005.17b – 2005.18ab –

2005.19ab

Mamma del capitano fluviale Adriano Gnan, presente all’intervista, e moglie di Attilio Gnan, barcaro di Donada, di cui racconta la storia. Nel 1951, l’anno dell’alluvione del Polesine,  Attilio decise di partire per il Belgio come minatore (accordo “uomo–carbone”), con l’intenzione di mettere da parte un po’ di soldi per acquistare un burcio a motore tutto suo. Sogno che realizzò, comprando nel 1957 il Maria Giuliana da Olindo Sambo (padre di Renzo, il campione olimpico di canottaggio, Messico 1968) cambiandogli il nome in Charleroi, a ricordo dei suoi anni di miniera. Purtroppo ormai il tempo dei burci stava per finire, avessero o non avessero il motore, così decise di passare, come marinaio dopendente, a navigare con le chiatte del Po, dove un banale incidente mentre era in navigazione verso Mantova lo portò alla morte nel luglio del 1973. Maria Toffolo racconta poi come lei affrontò gli anni in Belgio, impegnandosi dapprima ad apprendere il patuà parlato a Charleroi (per la precisione nella località di Goutroux) e poi ospitando nella sua casa, che era abbastanza grande, alcuni minatori italiani cui preparava anche da mangiare e lavava i vestiti. «Insomma ci eravamo organizzati e in questa maniera riuscivamo a pagarci l’affitto  e a risparmiare. Perché Attilio aveva sempre quello in mente: star presto a risparmiare i soldi, venir via, comprarsi la barca e vivere all’aria aperta». Audio YT. La testimonianza di  M. T. è stata fondamentale per la realizzazione dell’opuscolo Navigare sul Po, 2006, dal quale è stato tratto anche l’atto unico “Celestina e il fiume” di Beatrice Zuin, prima rappresentazione al teatro Camploy di Verona il 10 marzo 2022.

Torresan Teresina

1938

S. Angelo di Treviso

S. Lazzaro di Treviso

2014.07.21

14072101

Operaia a 16 anni nella ceramica Pagnossin di San Giuseppe. «Prendevamo otto lire all’ora, e dopo - quando abbiamo cominciato a protestare e dicevamo che ci saremmo licenziate - ce ne davano undici, undici lire. E dopo… dopo sono venuta via… Da Pagnossin sono rimasta solo quattro-cinque mesi. – Chi le aveva trovato il posto, per curiosità? Il prete di Sant’Angelo, don Giovanni Favaretto. Dopo sono andata a lavorare da Appiani e mi sono trovata tanto meglio: «erano tutti gentili, erano di quelli che “ci tenevano di conto” alle ragazzine, ai ragazzi, ai giovani. Facevamo piastrelle. C’erano due reparti: la fornace e la ceramica. In fornace facevano i prodotti e in ceramica venivano scelti. - E lei era? In “cernita”». Audio YT – Trascrizione integrale su blog.

Trentin Nicoletta

1980

 –

Osteria alle Crosere

2016.07.24

16072404

L’intervistata conduce col marito Andrea Giobbe l’Osteria alle Crosere a San Bartolomeo di Breda di Piave, dove è ancora attiva (sia pure saltuariamente) una struttura per il gioco della borella (‘na borèa). Nicoletta Trentin ricorda che la  borella vecchia è stata chiusa prima della sua nascita, cioè prima del 1980. La borella attuale è stata ricostruita nel 2007 con la supervisione tecnica di Renzo Menegaldo, un giocatore e falegname di Rovarè che costruiva le bocce in legno di opio (acero campestre), legno delle siepi, adatto perché leggero. Nella sua “borella” organizza dei tornei comunali nei quali – rarità… –  si cimenta lei stessa. Ma il problema sono i giovani che mancano: « Appena aperto sì, nel 2007, essendo una novità, si fermavano ma poi un po’ alla volta non si sono più fatti vedere».

Trevisiol Giacomo

1951

Cavrie di S. Biagio

Osteria alle Crosere + Cavrie di S. Biagio (al telefono)

2016.06.15 2021.01.07

2021.03.06

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Nel primo incontro “Alle Crosère” di San Bartolomeo di Piave Giacomo Trevisiol ricorda come ‘e boree (i campi di gioco della borella) venivano costruite sempre a tramontana [a nord], perché dietro la casa il fondo era morbido e le bocce restavano all’ombra, così “rispondevano” bene. Quanto al legno usato per le bocce, erano preferiti i legni di sóca, ceppaia, perché la sóca non si spezza mai. Le sóche preferite erano quelle di noce e ancor più del stropèr (salice da vimini) che era più igaìsso [grossomodo: più fibroso, filaccioso]. Poi le baƚe  erano fatte bollire e lasciate al coperto in caneva, per terra all’ombra. Audio su YT // Nella seconda intervista (telefonica, gennaio 2021) precisa che era il campione di borella a volere per sé una baƚa che non si spaccasse ma e che se la faceva fare con la sóca, perché il suo legno è tutto intorcolà e non si spaccava mai. // Nella stessa occasione Trevisiol recita anche una salace filastrocca che ha per protagonista una certa Maria Canòti, donna che all’epoca sarebbe stata definita zitella, che giunta in paese incontra un mastro falegname, il “maestro Fino”… . Ascolta su YT  A cansón de Maria Canòti. // In una successiva intervista nel marzo 1921, sempre telefonica, mi racconta anche di un particolare rito propiziatorio che il Primo marzo si svolgeva sopra il letamaio - nella campagna di San Biagio di Callalta - affinché i bambini crescessero belli e sani. Audio YT.

Vettore Aristide

Battaglia Terme

Telefonica

2001

2005.12a

Intervista di Glauco Stefanato al vecchio barcaro Aristide Vettore (con richiami anche a un suo collega, Gianni Giacobbe). Dialoghi in dialetto polesano stretto in cui vengono citati vai itinerari percorsi dai due barcari. Località citate Ficarolo RO, Bagaggiolo TV, Casale sul Sile, Brondolo VE, Arzere, Cagnola PD, Governolo MN, Marano Lag. UD, Portobuffolè, Motta d Livenza, Pescantina VR. Difficoltà di navigazione, prima del Taglio, nel Vòlto de Sant’Antonin (attuale "Sile morto").

Vezzà Mario

1951

Casier

Casier + S. Giovanni Lupatoto VR

2005.07.28

2008.03.26

2013.01.11

2005.08.ab

 2008.02ab

 Z0000025

Professore di lettere al Riccati, parla dello “squero Vezzà” aperto a Casier “dai suoi vecchi”. Il nonno Luigi, il  papà Domenico e un suo fratello,  erano originari di Motta di Livenza dove pure avevano un squero che furono costretti a chiudere in seguito a una deviazione del fiume. «Mi diceva mio padre che – inizialmente –  venivano in bicicletta a Casier, al lunedì, dormivano in una  baracca durante la settimana e tornavano a Motta al sabato sera, sempre in bicicletta». Il legname per le barche, a Casier, glielo portavano dei boscaioli del Cadore che anche provvedevano a segare il tavolame sul posto. Di ritorno in auto dall’intervista a Giancarlo Cervi “Pontel” di San Pelagio racconta un episodio in cui certi Battistella di Casier, proprietari di una trebbia, furono invitati/sfidati a una partita di borella all’osteria “al Norge” in via Cal di Breda a Treviso « E, il loro rammarico era quello di non aver avuto cinquemila lire in tasca perché altrimenti avrebbero potuto giocare a soldi e avrebbero “preso un franco": li avrebbero pelati». // Uso dello schiral per la pesca nel Sile.

Visentin Alessia

 –

Treviso

2025.05.20

25052001

Archivista professionista, membro del Comitato scientifico dell’Istresco, racconta la sua esperienza a Roma dove – superata una selezione – sta frequentando un corso organizzato dall'Istituto Luce specifico per archivisti di audiovisivi. Audio YT

Vissa Luigi

1929

Flambro di Talmassons UD

Mestre

2014.07.01

14070101

Minatore in Belgio nell’ambito dell’accordo uomo carbone. Partiti in sei ragazzi da Udine, giunti a alla stazione dei treni di Milano furono sottoposti a un’accurata visita medica in seguito alla quale due furono rimandati a casa, per lievi imperfezioni fisiche. Gli altri quattro  raggiunsero in treno la località di Eisden nel Belgio del nord. Il giorno successivo all’arrivo  furono dovettero scendere in miniera: profondità media 7–800 metri «ma sono andato anche fino ai 1050». Audio YT  + ebook.

Zago Gino

1933

Schiavonia di Casale sul Sile

Motonave Silis

2005.07.25

2005.07b

Tronchi fossili sul fondo del Bigonzo. «Dove abito c'è il Bigonzo, e noi d'estate si andava a nuotare e anche a prendere la creta che ci serviva. Sotto, sul fondo del Bigonzo, dove adesso hanno fatto il cavalcavia, dove c'è quella casa abbandonata, c'era una buca dove andavamo a cavare questa creta e c’erano di quei roveri larghi così e lunghi quattro cinque metri, sul fondo, proprio un a fianco all’altro».
Vendita pertiche di salice. «Proprio sulla banchina di Casale dove siamo partiti oggi contadini portavano le atole de selgher e venivano su quelli di Burano e Murano, che venivano a comprarle per fare i serragli per la pesca. Prima noi andavamo a pesarle sulla pesa che si trovava dove adesso c’’è il forno di Cecchetto, poi le scaricavamo dai carri e quelli di Burano le caricavano sui burci».

Zanatta Ivano

1949

Frescada

Porto di Fiera

2019.05.31

19053101

Portabandiera dell’Anpi, mi procura alcune fotto di suo zio Ferruccio Zanatta (Boffo), ex partigiano del battaglione Mirando e racconta vari episodi della sua vita e della sua famiglia iniziando da suo padre Luigi, un  buon pugile, che durante la guerra fu fatto prigioniero in Albania. Ritornato a casa vene a sapere che sua moglie e la sua prima figlia erano state uccise durante il bombardamento di Treviso del 7 aprile 1944 in un rifugio vicino alla chiesetta che c’è all’inizio della via S. Antonino. La moglie fu trovata con la testa staccata della figlioletta in braccio.

Zuliato Zeno

 66 interviste

1942

Treviso

Telefono

2020.12.02

20120201

Suo stupore per i trascorsi giovanili del partigiano comunista originario di Fiera TV e medaglia d’argento al valor militare Amerigo Perini, ucciso dai fascisti a Venezia i 26 novembre 1944.

ZZ – Indipendentisti Veneti

(Registrazione dal vivo)

Fuori catalogo

1997.03.20

1997.02a

Trasmissione pirata di indipendentisti veneti si sovrappone al TG1 Rai ore 20 del 20.3.1997 - Registrazione audio effettuata nella mia abitazione - Il "Veneto Serenissimo Governo" che si è costituito il 25 gennaio 1987 e si autodefinisce «unico erede e custode della storia dei valori, delle tradizioni e dello spirito del popolo veneto» invita tutti i veneti che si riconoscono nei valori della Serenissima a rispondere «all'inaudita provocazione dei programmati festeggiamenti per il 12 maggio» convergendo «a Venezia, la capitale dei veneti, in piazza San Marco per bloccare l'infame quanto sciagurato tentativo da parte delle forze di occupazione e dei lacchè veneti che ad esse si sono venduti di festeggiare i 200 anni della cosiddetta caduta della Veneta Serenissima Repubblica. Vai alla playlist su YT con l’audio della trasmissione pirata e con i video registrati il 9 maggio 1997, giorno dell’assalto degli indipendentisti al campanile di San Marco a Venezia.


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