Un'email di Chiara Belfanti, bibliotecaria di Piazza Brembana (BG), mi dà l’occasione di ritornare sul gioco della borella.
Scrive Belfanti:
«In un recente studio di documenti di fine settecento nella mia valle (Alta Val Brembana) mi sono imbattuta in una testimonianza dove un personaggio del posto dice di essersi fermato in un paese dell'alta valle (Fondra) a "giocare alle borelle".
Da qui la curiosità di sapere che gioco fosse.
Ritrovo questo gioco antico nel Veneto e, non a caso, fino a fine settecento la Valle Brembana, come tutta la bergamasca si trovava sotto il dominio veneto. Per cui è facile che il gioco si sia diffuso anche da noi».
Chiara Belfanti continua chiedendomi informazioni tecniche e in particolare le misure di sóni, bàe, pedana di gioco, ecc… in vista di una possibile riproposizione a Piazza Brembana dell'antico gioco.
Tutte indicazioni che, mi sono accorto, non avevo mai dato con esattezza nei precedenti post e video.
Informato dagli articoli di Galliano Pillon sulla tribuna di Treviso dell’esistenza di una “borea” ancora attiva presso l’osteria Alle Crosere di San Bartolomeo di Breda di Piave, ieri sera mi sono recato in loco.
Assente la titolare Nicoletta Trentin, vera animatrice - per lunga tradizione di famiglia - della permanenza nella sua osteria della borea [chiusa sul finire degli anni '70 e ricostruita nel 2007 con la consulenza tecnica di Renzo Menegaldo di Rovarè], il marito Andrea Giobbe con grande gentilezza mi ha concesso di fotografare e misurare il campo e gli strumenti di gioco, e di intrattenermi poi con un avventore che ha saputo fornirmi preziose informazioni sul tipo di legni e di tecniche utilizzati nella realizzazione delle bae e dei soni.
Propongo alcune foto, con l'avvertenza che negli anni d’oro della borella, quando non si svolgevano solo saltuari tornei ma il gioco era pratica quotidiana con in palio il litro di vino (... ma a volte non ci si limitava al vino e si giocava anche a soldi, e tanti: si vocifera di contadini che si sono "mangiati la campagna" giocando a borella...) le misure erano sempre approssimative: "circa" 30 metri la distanza dei soni [birilli] dal giocatore, "circa" 5-6 metri la rincorsa, "circa" 70-80 cm l'altezza dei birilli.Questa approssimazione si trova ancora nelle bocce (e bae), di cui ogni struttura per il gioco della borea è ampiamente dotata e la cui dimensione varia a seconda delle preferenze - e della forza - del giocatore.
Un antico són di proprietà dell'osteria Alle Crosere,
San Bartolomeo di Breda di Piave (TV).
Altezza 65 cm; diametro base 10 cm.
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Un són, birillo per il gioco della borella (borea)
in uso attualmente nella "borèa" dell'osteria
Alle Crosere, San Bartolomeo di Breda di Piave TV.
Altezza 80 cm; diametro base 10 cm. |
Diametro alla base e piastra d'appoggio del són: cm 10.
"Borea" dell'Osteria Alle Crosere, San Bartolomeo di Breda di Piave.
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Circonferenza alla sommità del són usato
per il gioco della borella Alle Crosere
San Bartolomeo di Breda di Piave: cm 21.
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Osteria Alle Crosere S. Bartolomeo di Breda di Piave.
Distanza (157 cm) fra i soni della borea,
poggiati su un ''cavalon'' alto 10-15 cm ca.
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Il ricovero del borein, l'addetto a rilanciare le bocce
ai giocatori. Di solito era un ragazzino, ricompensato con qualche spicciolo. |
Nota - Le foto sono state scattate da Camillo Pavan mercoledì 15 giugno 2016.
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