Nell’ordine
1 nome - 2 anno nascita - 3 località
nascita - 4 località residenza al momento dell’intervista
5 date dell’intervista - 6 numeri file - 7 sintesi
del contenuto
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Albanese Alberto jr. |
1936 |
TV- S. Nicolò |
S. Paolo - TV |
2008.07.31 2010.11.17
2011.01.11 |
2008.05ab //file 11011101-11011106 |
Autore della nota poesia sul
Radicchio Rosso di Treviso “Un
fià de la me tera” che ha avuto origine da un
episodio reale accadutogli quando era emigrante in Svizzera a Neuchatel
, come fattorino in una grossa ditta di distribuzione generi alimentari. Dopo
il periodo dell’emigrazione (1956–1963) ritornò a Treviso dove lavorò dapprima
nella ceramica Tognana come decoratore e poi 25 anni come magazziniere nella
ceramica Pagnossin. In una successiva intervista ritorna
sull’emigrazione in Svizzera e ricorda il bombardamento di Treviso del
7 aprile 1944. Pagina blog. |
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Albanese Mario, funerali |
1947 |
Fiera di TV |
Mignagola |
2018.06.19 |
18061901 |
Funerale laico del noto personaggio
della sinistra trevigiana, fotografo e poeta. Fui suo amico nonché “compare
d’anello” alle nozze con Brunilde a Cittanova d’Istria (in Jugoslavia) nel
1977. Alla cerimonia, coordinata dall’ex assessora del comune di Treviso
Ivonne Tordini, intervennero la poetessa Carla Povellato del circolo Amissi
de la Poesia el Sil di cui faceva parte anche Mario, Luigi Pasqualon
amico di famiglia, venditore ambulante e sindacalista della categoria,
Camillo Pavan, Ivano Zanatta (Anpi di TV) che, come Mario, trascorse
l’infanzia in quella via Bison, in riva al Limbraga, che diede nome anche al
libro di Paola Gobbetto che ricorda l’attività del fotografo Mario: I ragazzi di via Bison, 2014. |
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Artuso Alvisa |
1937 [?] |
Treviso Sant’Angelo |
Treviso Sant’Angelo |
2008.12.18 |
2008.06b |
Nipote di Alvise Artuso,
soldato di fanteria classe 1890 morto sul Col Basson (zona Vezzena , prov.
Vicenza) il 25 agosto 1915. La moglie di Alvise, Angela Grespan, che per
molto tempo si rifiutò di credere che il marito fosse morto (sperava fosse
“disperso”), dal 1915 fino alla sua morte nel 1961 rimase sempre vestita di
nero, in segno di lutto. |
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B. D. |
1940 |
Basso Piave |
Basso Piave |
2009.07 |
2009.02b e 2009.03a e 03b |
Nato in una golena del fiume Piave,
visse infanzia e prima giovinezza nella casa di famiglia, dove costante era
il pericolo di esondazioni del fiume. Tornato dal servizio militare e non
trovando un lavoro stabile si arruolò nella Polizia di Stato. Operò con la
Celere di Padova negli anni caldi del post Sessantotto. Dopo l’attentato di
Piazza Fontana (Milano, 12 dic. 1969) fu impegnato nel servizio di vigilanza
all’abitazione di Pietro Valpreda. «Quelli di destra volevano ammazzarlo, e
dal condominio in cui abitava scapparono tutti». Racconta degli impegnativi
turni di servizio nella piazza di Milano teatro di costanti e a volte
violente manifestazioni politiche. Fu in servizio in via Zabarella a PD, sede
del MSI, dopo l’uccisione di Giuseppe Mazzola e Graziano Giralucci (i primi
due omicidi delle Brigate Rosse). Dopo 35 anni di servizio andò in pensione
col grado di ispettore capo. |
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Baran Primo |
1943 |
Treviso |
Treviso, Canottieri Sile |
2014.06.18 |
14061801 – 02 |
Campione olimpico di canottaggio
(con Renzo Sambo e Bruno Cipolla) nella specialità “Due con” – Messico 1968.
L’intervista, durata circa due ore nella sede della Canottieri Sile, oltre ai
due audio integrali non trascritti comprende 6 brani video (riprese di
Luigino Smaniotto): 1– Preparazione allo olimpiadi e gara; 2 – Notte prima
della gara; 3 – Il ruolo del timoniere; 4 – Il ritorno degli eroi olimpici a
Treviso; 5 – La divisione del duo; 6 – Il momento di smettere. – Playlist
su YT |
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Bassi Renzo |
1944 |
Lughignano |
Frescada |
2020.12.24 |
20122401 |
Nato a Lughignano il 14 giugno 1944, si è trasferito
fin da bambino a S. Floriano di S. Biagio Callalta, dove il padre Emilio
(classe 1908) gestiva il casoín del paese e [per qualche anno] anche
l’osteria con gioco di borèa. Ha frequentato le scuole medie al Cavanis di
Possagno, diplomandosi poi in ragioneria al Riccati di Treviso È stato direttore del Consorzio Agrario di Roncade
(per una ventina d'anni), poi del Consorzio A. di Monastier (altri dieci
anni), finendo la carriera come ispettore del Consorzio Agrario di Treviso e
Belluno. Appassionato giocatore e conoscitore del gioco della
borella. Trascrizione completa sulla pagina
del blog dedicato alla borella. |
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Bellotto Andrea |
… |
… |
Treviso, ABC informatica |
2009.01.06 |
2009.01b da 23:15 |
Informazioni sul funzionamento del
mio sito web camillopavan.it… ultimo periodo prima di passare al blog. |
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Bellussera vigna a Bellussi |
… |
Via P. Tron Treviso |
S. Angelo di Treviso |
2012.12 |
Z0000012 |
Video sulla beussera della
mia famiglia. “… La
breve vita di un vigneto "a beussi" (beussera), 1964-1985” .
Uno dei pochi esemplari nella pianura in destra Sile. Piantato con
grandi speranze negli anni del boom fu estirpato vent'anni più tardi, con
tanto di contributo statale... Vitigni: cabernet, merlot, malvasia e verduzzo
dorato. Produttività dichiarata: 100q.li di uva x campo trevigiano (200 q.li
ettaro). |
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Borin Ennio |
1947 |
S. Donà di Piave |
San Donà di Piave |
2011.07.26 |
11072604 |
«Mio nonno - da S. Maria di
Campagna - era rimasto vedovo con 6 figli e aveva comprato 6 campi nella
palude delle 7 Sorelle. Aveva costruito una baracca su palafitta; si chiamava
Attilio. A mio papà dovevano mettere nome Onorio, a ricordo dell'ultimo
degli 8 fratelli del nonno, morto/disperso sul Piave, ma all'anagrafe hanno
messo nome Attilio, come suo papà ... Mio papà e i suoi 5 fratelli
crebbero tutti sulla baracca in bonifica. Vivevano a mesi interi mangiando
zucca, perché all'inizio non cresceva mais, ma solo zucca, in bonifica». Poi
un po' alla volta al posto della baracca si sono costruiti la casa. |
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Botter Luigi |
1927 |
Sant’Angelo di Treviso |
Sant’Angelo di Treviso |
2011.06.14 |
11061402 |
Richiesto il nome della barca con
cui – in una foto del 1954 – Botter stava attraversando il Sile nei pressi di
casa, afferma che non aveva un nome preciso, era semplicemente “a barca”;
(qualcuno la chiama “pantana”). Audio
su YT |
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Busatto Antonio |
1935 |
S. Giuseppe |
S. Giuseppe |
2008.04.08 2020.12.13 |
2008.03a.03b.04a 20121301 |
Importante testimonianza sul gioco
della borella (e anche la prima). Informatore Mario Vezzà. // Nel 2020: breve
spiegazione del significato di “bala al son”. Pagina blog. |
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Carmelitani
Treviso |
– |
Treviso |
Treviso |
2018.03.16 |
18031602 |
Incontro col viticoltore Davide
Bastianello e il priore Damiano La Manna in vista dell’espianto del vecchio
vigneto e sua sostituzione con nuovi vitigni (bronner, sauvignon
gris , etc…) resistenti alla principali malattie della vite. |
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Carraro Bruno e Mafalda |
1929 (Bruno) |
Casale sul Sile |
Torre di Lughignano |
2005.08.06 |
2005.09b – 2005.09a – 2005.10a |
Bruno Carraro fu escavatorista e trasportatore
con camion della ghiaia estratta principalmente dalla ditta Barina. Spiega i
vari tipi di lavoro in una cava di ghiaia e le trasformazioni avvenuti in
riva al fiume Sile a causa delle escavazioni. Dopo aver lavorato per Barina e
un altro cavatore di nome Tiso, passò con la ditta dell’ing. Ceccotto, quella
che aveva effettuato il “taglio” del Sile fra Fiera e Silea. Vari tipi di
giara (ghiaia) e giaron . A 60 anni andò in pensione. Mafalda Carraro:
1924 come suo marito Stelvio Parpinel, barcaro del Sile, che –
venuto a mancare il lavoro con i barconi – emigrò in Piemonte, dove rimase
dieci anni a lavorare nelle fornaci, per tornare poi in provincia di Treviso
dove lavorò fino alla pensione nella fornace Tegolaia di Casier. |
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Cervi (Pontel) Giancarlo |
1929 |
San Pelagio – Treviso |
San Pelagio – Treviso |
2008.03.26 |
2008.02a |
Dopo un periodo di emigrazione in
Svizzera ea Milano, da 53 anni è alimentarista (casoìn) e
tabaccaio del paese. Fu un forte giocatore di borella (come peraltro il
fratello Ciliano), specialista nel “passo fermo”. Sua pagina blog. |
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De Pieri Bepi e Bertilla (1935) –
soprannome (Fascio / Sòcoi) |
1939 (Bepi) |
Casier |
Sul “Silis” di Stefanato |
2005.07.26 |
2005.07ab // 2005.13b |
Testimoni degli scavi di ghiaia
nelle cave Rizzetto di Casier, presentatimi da Glauco Stefanato durante l’annuale
visita al capitello di Casale sul Sile, in barcone. Racconta del lavoro
di suo padre con la draga nel Sile e del ritrovamento di reperti antichi che
venivano alla luce dal fondo del fiume, con la ghiaia. «Ha trovato anche
un vaso, trovava anfore, coltelli, spade… anche un catino, una volta. –
Un catino di che materiale? Era di terracotta. – Voi
le avete viste queste cose o ne avete sentito dire? No, no, viste!
Tutta roba vista!». « C’era quello delle spazzole, chi
era? … Coso, ah… Augusto… dell’Acca Kappa… Krull, Augusto Krull, che
veniva a prendere… era un appassionato di robe antiche … era sempre là perché
sapeva che mio papà trovava… e gli dava qualcosa». Cfr. “La
Piarda di Casier”, pp. 12–13 |
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Feltrin Demetrio |
1934 |
Sant’Angelo di Treviso |
Sant’Angelo di Treviso |
2011.01.19 |
11011903 |
Ricorda le escursioni
in moto Gilera (e Vespa) – negli anni ’50 – di un gruppo di
amici di Sant’Angelo, fra i quali mio fratello maggiore Corrado (1935–1982). |
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Filippetto Mario |
1944 |
Villanova d’Istrana |
Villanova d’Istrana |
2013.03.29 |
2013.03.29 (File vari) |
È Venerdì Santo e mi permette di
salire sul campanile del paese a riprendere “el rebegon” [o ribegon]:
uno strumento a percussione che suona nel giorno in cui le campane tacciono.
Me ne spiega il funzionamento. Video
YT. |
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Foffano Ugo |
1942 |
Sant’Angelo di Treviso |
Sant’Angelo di Treviso |
2018.01.07 |
18010701 |
Note biografiche e memorie della
sua attività di pugile culminata come professionista nella scuderia di Edio
Pavan (San Donà di Piave). Playlist
su YT e pagina blog con
foto d’epoca. |
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G.D. |
1922 |
S. Antonino TV |
S. Antonino TV |
2005.09.06 |
2005.15a |
Racconta della prima cava di ghiaia
di Rizzetto, sul Sile a Sant’Antonino, con relativo squero per la riparazione
delle barche. Il custode si chiamava Giuriato, soprannominato El Duce. Si
ricorda di un ragazzo che si annegò sulla cava, dove era andato a nuotare.
«Si chiamava Luigino e sua mamma, vedova, era custode e bidella alla scuola
di Sant’Antonino». |
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Gandin Bruno |
1944 |
Silea |
Silea |
2005.08.27 |
2005.12b – 2005.13ab |
Collezionista di cartoline e foto
d’epoca, bibliofilo. Lo incontro nella sua casa di fronte al Sile lungo la
restera, nei pressi del confine fra Fiera e Silea. Mi fornisce varie notizie
da usare per le didascalie elle molte foto che mi ha concesso di riprodurre
nel libro la Piarda di Casier. |
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Gasparini Giuseppe |
1947 |
San Donà di Piave |
San Donà di Piave |
2009.07.08 |
2009.02b–2009.03ab |
L’incontro con Gasparini avviene
partendo dalla casa natale in via Calnova – frazione Fiorentina di S.
Donà di Piave – dove suo padre Attilio e i fratelli Sante ed Emilio
lavoravano come fittavoli 38 campi di terra del Pio Loco di Venezia. Nel 1953
la famiglia di Attilio si trasferì nella golena del Piave, in via Tirassegno,
dove prosegue l’intervista e dove Giuseppe visse fino al 1967, in un terreno
sottoposto a frequenti allagamenti. Malgrado ciò il ricordo di quegli anni da
parte di Giuseppe non è del tutto negativo. Pur vivendo una vita di lavoro e
fatica, in quei pochi campi stretti fra due argini, «quando venivo su alla
mattina, nei mesi estivi… avevo come il paradiso terrestre, potevo mangiare
un fico, una prugna – dipendeva dalla stagione, chiaro – un peretto
moscatello… avevo qualsiasi frutto, qualsiasi roba, tutto a portata di
mano… tac tac tache… bastea andar su par l'albero te vea tut:
prugne, gocce d'oro… sapori che adesso te li sogni. Venivi
su alla mattina, e prima di andare a scuola mangiavi una fetta di melone…
nell'orto mia mamma teneva meloni e anche arachidi (i baciri) …
». Nel 1967 la famiglia Gasparini si
trasferì in una nuova casa a Mussetta, dove Bepi rimase fino al 1984 quando
si sposò con Gabriella Martinello. |
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Giacobbe Gianni |
– |
– |
– |
2003.03.06 |
2005.12a |
Intervista effettuata da Glauco
Stefanato al vecchio barcaro Giacobbe, abitante in una località non precisata
del Polesine. Racconta di un epico viaggio col barcone, nel 1962, durato ben
137 giorni. Partenza da Crespino il 14 luglio – Villanova Marchesana – Cologna
Veneta – Ferrara. // Dialetto arcaico, termini tipici dei barcari di
difficile interpretazione. |
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Gnan Adriano |
1948 |
Donada (RO) |
Silea |
Varie cassette dall’8.8. al
19.12.2005 |
2005.10ab–11ab–12b –16b–17ab–18ab
–19ab |
Ricerca finalizzata alla
realizzazione del volumetto biografico “Navigare
sul Po” – Dall’introduzione dell’opuscolo: «Mi
raccontava mio nonno Vittorio (1886 - 1964) che anche suo nonno era
barcaiolo. All’epoca abitava proprio alle foci grandi del Po, a Tolle». Inizia
così il racconto di Adriano Gnan, classe 1948, che dell’antica famiglia di
barcari conosciuti come Trivèa, è l’ultimo erede… |
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Granello Guido |
1920 |
Canizzano |
Canizzano |
2006.12.09 2007.04.05 |
2006.01ab – 2007.05a |
Serie di sette interviste audio per
la realizzazione dell’opuscolo Al
fronte e in prigionia (CSC, S. Lucia di Piave, 2007) – Incipit
dell’opuscolo: «Verso la guerra – Il nove marzo 1940 ho dovuto presentarmi al Distretto militare di Treviso, nella chiesa di Santa Caterina, vicino alle Poste vecchie. C'eravamo già stati per il sabato fascista. Si facevano gli esercizi di ginnastica e di addestramento alle armi ed avevamo imparato ad usare come contraerea una vecchia mitragliatrice Saint Etienne che c'era nel cortile. Era senza proiettili, ma qualcosa abbiamo imparato. Il nove marzo era un sabato, e alla sera verso le sette noi della contraerea siamo partiti in treno verso Verona…». Alcuni
brani delle interviste sono presenti in questa playlist su YouTube. |
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Grespan Maria |
1923 |
Sant’Angelo di Treviso |
Santa Maria del Sile |
2012.01.25 |
12012501 |
Suo ricordo degli ultimi giorni
sotto i tedeschi dell’aeroporto militare di Treviso, prima dell’occupazione
da parte dei partigiani garibaldini del Btg. Mirando avvenuta nel
pomeriggio di domenica 29 aprile 1945. |
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Libralato Giorgio |
1949 |
Santa Cristina di Quinto TV |
Santa Cristina di Quinto |
2014.08.01 |
14080101–02 |
Da palude che stava per essere
bonificata per lasciar spazio a una troticoltura all’attuale Oasi di Cervara
sul Sile. Giorgio Libralato, all’epoca vicesindaco DC di Quinto di Treviso
impedì che la bonifica andasse in porto e con un gruppo di appassionati locali
(il “Gruppo Tiveron”)e facendo base sul vecchio mulino esistente, iniziò la
ripulitura degli sterpi. Tutto questo prima del 1991, quando fu istituito il
Parco del Sile. Vai alla playist con
l’intervista video completa. (Riprese di Luigino Smaniotto) - Vai alla
pagina del blog,
con trascrizione parziale. |
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Marini Guido |
1934 2018 |
Canizzano |
Sant’Angelo di Treviso |
2008.07.25 |
2008.05a – 2008.06a – 11050204 –
12101701/102406 - 13121709/13050901 14011108/14011108 |
Ricognizione nella campagna di
Canizzano nel luogo in cui – dopo il mitragliamento dell’aeroporto da parte
degli inglesi (18 marzo 1944) – i tedeschi installarono una postazione
antiaerea con cannoni 88 Flak.Segue una serie di interviste riguardanti la
sua vita, i lavori agricoli, la sua attività di trattorista, etc. raccolte
durante il lungo periodo di malattia che accompagnò i suoi ultimi anni. Tali
interviste sono solo in parte sono trascritte; vari brani audio sono comunque
presenti su YT compresi tre video registrati in precedenza. Video
1: battere la falce; video
2: bruscar e vide; video
3: copar el porsel (è la persona con basco che appende il maiale che
dovrà essere squartato) – Audio
1: dissodamento prato stabile; audio
2: il riposo del trattorista; audio
3: covoni di frumento, metodo per farli; audio
4: trebbiatura; audio
5: carri armati alleati su Treviso; audio
6: uccellagione notturna; audio
7: ponticelli sul Sile, via Nogarè; audio
8: cottura zucca dentro le braci. |
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Martin Gian Paolo |
– |
S. Maria del Rovere |
Osteria da Coppi – Catena di Villorba |
2008.04.02 |
2008.02a –2008.02b – |
Gian Paolo Martin,
pensionato dell’ex ospedale neuropsichiatrico di Sant’Artemio, TV, è
stato per anni presidente di un club di borella, dapprima del Club
Norge, presso l'omonima osteria in via Cal di Breda Treviso, poi
del Club Coppi di Catena fino al suo scioglimento alla fine degli
anni '90. È stato anche dirigente del campionato interprovinciale di
borella (Treviso, Padova, Venezia) che si è svolto nell'ultimo quarto
del secolo scorso. A volte organizzava presso l’osteria da Coppi delle
gare con premi in natura… «Gara gastronomica. Cominciavamo con
soppressa, soppressa, salame, salame... si premiavano una ventina di persone
su sessanta partecipanti, 50 – 60 partecipanti. Erano bei premi. Qua
l'abbiamo sempre fatta gastronomica, perché coppe e trofei io li ho regalati
i primi anni, quarant'anni fa: prendevi la coppa e... invece dopo, gastronomica: porti
a casa!». Link alla pagina blog. |
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Masini Riccardo |
1938 1936? |
Istrana |
Istrana |
2014.06.25 |
14062501, |
Registrazione video
avvenuta nella sede della Trevisani nel Mondo, in via
Risorgimento a Treviso. Riprese di Luigino Smaniotto. Vari argomenti anche
relativi alla guerra [vedi raccolta interviste di argomento partigiano]. Qui
si riportano l’individuazione/descrizione di una foto della vecchia Postumia
Romana nel tratto fra Pezzan e Sala d’Istrana «che fino al 1977 si presentava come poco più
di un sentiero campestre». Video
YT // Masini ricorda inoltre la costruzione dell’aeroporto
militare di Istrana [inizio lavori il 6.9.1952, inaugurazione
22.6.1954] che provocò forti proteste da parte dei contadini espropriati di
120 ettari fra Sala e Pezzan d’Istrana. Protesta inizialmente spontanea con
la DC a fare da mediatrice, ma che vide anche un tentativo di inserimento del
PCI, che pure nella zona aveva un riscontro elettorale pressoché nullo.
«Ricordo che in piazza si era accampata la Celere, proprio un battaglione,
non so quanti fossero, in armi, in tenuta anti-sommossa e alla domenica,
inquadrati: tutti in chiesa a messa, con il trombettiere che all'Eucarestia
suonava l'attenti. Sono stati là per mesi». Video
YT |
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Mazzariol Giuliano |
1960 ca. |
Musestre |
Telefono |
2021.03.28 |
21032801 |
Mazzariol mi è stato segnalato da Renzo Bassi, come
persona appassionata del gioco della borella e che fino a una ventina d’anni
fa, o forse qualcosa di più, frequentava ‘na borea privata,
in mezzo ai campi poco lontano da Quarto d’Altino, sotto un barco di
proprietà di Giorgio Zanotto. Mazzariol conosce inoltre un gruppo di sette-otto
amici che tuttora [2021] si ritrovano privatamente a giocare a borella nei
campi di uno di loro, a Conscio di Casale sul Sile. Mazzariol ha dimostrato anche di essere
particolarmente ferrato nei legni utilizzati per la costruzione di bae e sóni,
argomento che mi sta particolarmente a cuore. «I sóni : sono [in opio – acero
campestre] fatti con legno de partìa ; cioè con legno
ottenuto da un tronco tagliato a metà, escludendo il midollo centrale
(“non lasciando la medoƚa al centro del tronco”). Quella
metà la si può tornire, girare torno torno fino ad ottenere sóni resistenti
perché, non avendo più la medoƚa è sparito il punto di
rottura». Pagina blog. |
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Michieletto Luigino |
1946 |
Settecomuni di Preganziol |
Settecomuni di Preganziol |
2013.06.29 |
2013.07.01 audio diviso in 8 brani //13080601–13080602 13080604 // 13091001 // Ai brani audio si
accompagnano clip video, da cui sono tratti i video su YouTube. |
Radicchio rosso tardivo di Treviso: impollinazione
dei fiori con le api -
Produzione seme: Video
YT «- La tecnica di
impollinazione... È venuta fuori da Zero Branco. Dopo è stata l'APO
che mi ha inserito a fare radicchio per i semi e mi ha mandato dei tecnici in
agraria, dei dottori dell'università di Verona per insegnarmi a fare la
semenza, a impollinare. Abbiamo provato con le api ... anzi, prima
abbiamo provato con le mosche, dopo abbiamo provato con i bombi, però meglio
di tutto è l'ape. |
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Nordio Luisa |
– |
Casale sul Sile |
Casale sul Sile |
2005.07.25 |
2005.06a |
Lavoro in vetreria, a 15 anni Sono andata in vetreria nel
settembre del '65. – Fino a quando ha lavorato? Ho
lavorato in fabbrica un anno e mezzo. – Era dura, come
lavoro... Ghe sbìcio mi : venivo a casa bonba
[inzuppata] da qua fin qua... Mi portavo via perfino la roba da
cambiarmi. Lavoravo in “moleria”, sulle macchine, sulle mole... eravamo
in mezzo all’acqua noialtri, eh. Video
YT – Opuscolo Mestieri
per donne, p. 31. |
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Osteria alle Crosere |
– |
San Bartolomeo, Breda di
Piave |
San Bartolomeo, Breda di
Piave |
2016.06.15 |
16061505 –16061506 –16061507 –16061508 |
Visita all’ultima struttura attiva
per il gioco della Borella Incontro con il titolare dell’osteria Andrea Giobbe e la
moglie Nicoletta Trentin, che mi permettono la misurazione del campo di gioco
e mi mettono a disposizione bae e soni. Un avventore, Giacomo
Trevisiol, mi piega che “le borelle” – cioè i campi per il
gioco della borella – venivano costruite sempre a tramontana,
perché dietro la casa il fondo restava morbido e le bocce restavano
all’ombra. Pagina Blog. |
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Palmieri Nicola |
– |
Treviso |
Treviso |
2013.05.28 |
13052801 – 13052802 |
Breve conversazione telefonica.
Cerco notizie su suo padre, Giorgio Palmieri, già direttore del mercato
ortofrutticolo di Treviso e autore di un opuscolo ciclostilato sul
radicchio: Vita recondita del radicchio rosso di Treviso, 1992. |
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Papparotto Renato |
1933 |
Casier |
Casier |
2005.07.11 2005.07.18 2005.07.25 |
2005.01ab – 2005.02ab –2005.03ab – 2005.04ab – 2005.06b 2005.07a |
Principale informatore del libro La
piarda di Casier. Ranato era figlio di Vittorio, 1884, un peatèr,
conducente di peata, tipica barca che permetteva la consegna della merce
scaricata dalle navi, dentro i rii di Venezia. Suo padre, barcaro, non
voleva che i figli facessero il suo lavoro «non voglio che nessuno
dei miei figli metta piede in barca», perché sapeva quanto duro fosse. Renato
i spiega l’origine del nome “restera”(argine che costeggia
il Sile): dal tipo di corda intrecciata come una “resta” (treccia) di
aglio, con cui cavalli e buoi trainavano i burci che risalivano il fiume. Narra
episodi della sua infanzia, il gioco con gli amici della piazza e del borgo,
la costruzione di infrastrutture come la rettifica della strada Jesolana. Iniziò
a lavorare a 13 anni come tornitore e fabbro nei Cantieri del Levante,
la più importante realtà industriale del paese (che sorgeva dove ora si
trovano le industrie “Sile”). I Cantieri del Levante, pur trovandosi in
riva a un piccolo fiume di pianura, costruirono diverse imbarcazioni in
grado di affrontare la navigazione marittima. Da ricordare, fra le tante, la
"Massima" e la Frances. La Massima affondò
nel porto di Alessandria d'Egitto dopo aver urtato una mina. La Frances fu
varata nel 1948 e successivamente, venduta a un arabo, cambiò nome in Sana'a. Dopo la
chiusura del cantiere nel 1949, Renato e suo fratello Toni avviarono
un'officina meccanica, specializzandosi nella motorizzazione di burci e nella
manutenzione dei loro motori. Per questo motivo Renato può essere considerato
la memoria storica della navigazione sul Sile nel suo ultimo periodo, quando
cioè cercava di sopravvivere con la motorizzazione. Inutile dire che,
malgrado ciò, il tempo della lenta navigazione fluviale, negli anni 50–60
stava inesorabilmente tramontando, per cedere il posto al trasporto su gomma. Nei
giorni in cui lo intervistavo Renato Papparotto era intento a mettere in
ordine e digitalizzare il suo ricco archivio fotografico, comprendente anche
qualche “filmino” in Super8, come quello dell’alluvione del 1966 con il vento
che flagellava il porticciolo fluviale di Casier e le barche che vi erano
ormeggiate. |
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Pasin Giancarlo |
1943 |
Villapendola di Silea |
Dosson |
2005.09.02 – 2005.09.08 |
2005–14ab 2005.15a |
Il noto cuoco Giancarlo Pasin titolare del
ristorante “Alla Pasina”, e autore
del libro Cento
Facili ricette con il Radicchio, ricorda la sua infanzia nel
Sile. Era nato in una casetta adiacente alla cava Rizzetto, dove i genitori
erano guardiani dello squero e suo padre anche fabbro specializzato nella
manutenzione delle draghe. Racconta vari episodi della sua infanzia e
soprattutto come il Sile rappresentasse il divertimento dei ragazzi del
luogo. «Noi siamo nati nel Sile. Fin da piccolo, fai conto a quattro cinque
anni ho cominciato ad andare a nuotare sul Sile… non facevamo stili: andavamo a cagnasso. Partivi a cagnasso e dopo iniziavi un po’ a sguazzare. Quelli
erano i modi in cui si imparava a nuotare, non avevamo stili, non avevamo
niente, ma così abbiamo imparato a conoscere bene l’acqua del fiume, che era
insidiosissima, e questo i ragazzi che venivano a nuotare da Treviso, non lo
sapevano. Si tuffavano dalla draga, e cinque-sei all’anno ci rimettevano le
scorze…». Perché, la cava è
terribile: per un metro
l’acqua è calda, ma sotto è freddissima! E tu, quando fai il tuffo hai l’impatto col ghiacciato… e là ne
restavano sotto tanti, “fiòi”. |
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Passarella Franco |
1939 |
Portegrandi |
SILIS, in navigazione |
2005.07.26 |
2005.07b – 2005.08a |
Squerarolo ai cantieri Crosera di Portegrandi. Aggiustava le barche, faceva el calafà. – Fare el
calafà, cosa vuol dire? Vuol dire mettere dentro la canapa
fra le fessure di due maglieri e dopo gli davo la pece nera, in quegli anni
là… adesso ci sono prodotti chimici… Lavoravamo il fasciame interno ed
esterno; a contatto con l’acqua, mettevamo questa canapa abbeverata di
catrame, che era scura… perché durasse di più. Il catrame la faceva
diventare marron, allora, diciamo, era come “condita, e a contatto con
l’acqua durava più anni… Ovviamente oltre a fare el calafà,
costruivamo anche nuove imbarcazioni. «Ne abbiamo fatto circa un migliaio:
burci ma soprattutto pescherecci… fra Caorle, Trieste, Grado, Chioggia,
Sottomarina e dopo Pellestrina e qualcuno è andato anche in America».
Importante era anche la scelta del legno: la chiglia la facevamo in mogano,
perché era un legno lungo, senza nodi. Ma per il fasciame i fratelli Crosera
andavano giù «verso Macerata, giù di là, dove ci sono i boschi; a
Ascoli Piceno, dove ci sono i roveri, le querce. Invece, per il rovere più
dolce, rovere sloveno, andavano in Slovenia: sarebbe legno da mobili, ma
noi adoperiamo quello come fasciame». Intervista utilizzata alle pp.
78–85 di La
piarda di Casier. |
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Pavan Carmela |
1937 -2019 |
S. Angelo di Treviso |
S. Angelo di Treviso |
2008.10.16 2012.05.13 2014.05.25 2012.05.25 2013.05.06 |
2008.06a – 2012.05.13 12052501 12052503 - 04 25062502-03-04 2013.05.06a+b+c |
Carmela era mia sorella, memoria
storica della nostra famiglia contadina. Con lei ho fatto innumerevoli chiacchierate:
alcune le ho registrate, parte in audio, parte in video. Nel primo file qui
riportato si parla, nell’ordine: 1 – del desgaetar [sbozzolamento]:
staccare dal bosco e pulire i bozzoli dei bachi da seta per portarli a
vendere; 2 – del parar via e vache per arare i campi; 3 –
della stégola: campo arato e lasciato a riposo, non seminato; 4 –
dei periodi di semina: a marzo la spagna [erba medica], poi il granoturco;
fine giugno e inizio luglio taglio e trebbiatura del frumento poi aratura del
campo dove c’era il frumento per seminarvi il mais singuantin [cinquantino,
maturava in circa 50 gg., con pannocchie (rosse) più piccole del soturco –
granoturco]; 5 «Alle fiere di San Luca [Treviso, inizio ottobre] seminavi il
frumento e l’orzo, e dopo … a San Martino era finita la stagione». La mia nascita, in casa – Audio
YT Quindici proverbi contadini – Audio
YT Animali da cortile: allevamento domestico e sua importanza
nell’economia contadina – Video
YT Aratura tradizionale con vacche e buoi nel Trevigiano – Audio
YT (anche su ebook) Marenda e marendin Audio
YT Foje pa e vache [foglie secche e fresche per il
bestiame] Audio
YT // Polenta senza munèri Video
YT … ALTRE TESTIMONIANZE (video) su YouTube – Sui
campi del radicchio, d’estate (21.8.2009) // “Curar
raici” [pulire il radicchio], in stalla (29.11.2009) // Sui
campi del radicchio, d’inverno (9.12.2010) // Copar
na gaina [ammazzare una gallina, tecnica tradizionale dei contadini
di Sant’Angelo], 27 ottobre 2011. Dopo 36 commenti, ho dovuto disattivarli.
Perché va bene essere buoni, non far male a una mosca, ovviamente essere
vegetariani se non vegani… ma veder trattare così mia sorella che, con le sue
mani contorte dal lavoro, mostrava l’atto finale di un processo – fatto non
per divertimento, ma per alimentare la famiglia – (e iniziato con l’idilliaca
e applaudita visione della nascita
dei pulcini), proprio non ce la facevo più. // Bambina
a scuola (1948)? No: ci va già il fratello maschio. La
costruzione di una chiesa nel Veneto degli anni ’50. // Comprare
la terra, pagare i debiti (1950–1980), lavorare il radicchio. // Canizzano,
strada/via delle Marie, il
lavoro di Giacomo: raccogliere buasse: sterco bovini,equini... // Canizzano,
via delle Marie: la
scomparsa del vecchio capitello // Coltivazione del radicchio rosso tardivo di
Treviso: maturazione
dentro ''a corte del leame''. //
2011 – Conversazioni sul
campo di radicchi fra Carmela e una
nipotina. |
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Pavan E. |
1944 |
S. Angelo Treviso |
S. Angelo Treviso |
2015.07.16 |
2015.07.16 |
Storia di un gelso di confine tra due appezzamenti di terreno in via Priamo Tron,
comune di Treviso. |
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Pavan Maria |
1939 |
San Zeno TV |
S. Angelo di Treviso |
2012.04.17 |
12041701/02/03 |
Maria (Mariuccia) Pavan racconta dei sui lavori (prima del matrimonio), iniziati quando ancora era alle elementari come bambinaia e
proseguiti nelle fornaci di Treviso e dintorni, particolarmente bisognose di una manodopera di cui fosse facile tenere a bada le manifestazioni di protesta. –
Alla ceramica Pagnossin, 1953 – Audio
YT – Alla ceramica Appiani, 1953–1961 – Audio
YT Opuscolo Mestieri
per donne, contenente anche la testimonianza di Mariuccia. |
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Pavan Geremia |
1941 |
S. Angelo di Treviso |
S. Angelo di Treviso |
1968–2012 |
1958–2012 |
Serie di video (i primi due in Super8 muto) che
riprendono mio fratello Geremia in vari momenti di vita e lavoro nella sua
azienda agricola. – Natale 1968: Arrivo
della nuova Fiat 1100 familiare – Inverno 1976/77: “Copar el porsel” – ammazzare il maiale – 2009: “Cavar
raici”: raccolta tradizionale del radicchio rosso di Treviso. –
2011: “A corte”: La
concimaia tradizionale in provincia di Treviso – Accatastamento “dal
vivo”.– - 2012, febbraio: Piccoli
lavori con vecchio trattore Fiat 300 – 2012, settembre: Pulizia
manuale di una stalla. Geremia ricorda come prima di lui quel lavoro
l’avessero fatto i suoi antenati; in particolare cita il bisnonno Giuseppe
[1845-1922], il cui padre era Davide [1808 - …], stesso nome di uno dei
suoi nipoti, che si augura un giorno prenda il suo posto nella conduzione
dell’azienda e della stalla. |
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Pavan Raffaelo |
1923 |
S. Angelo di Treviso |
S. Angelo di Treviso |
2008.12.19 2011.02.08 2011.02.11 2014.01.02 |
2008.06b 2008.07ab – 2009.01ab 11020804–05 11021102–04 14010201–02 |
Una lunga vita (morirà a 98 anni
nel 2021) trascorsa come agricoltore nella sua campagna a Sant’Angelo e
– raggiunta la pensione – come dirigente (anche nazionale) dei pensionati
della Coldiretti. Nella Seconda guerra mondiale: «Sono partito il
10 settembre 1942. Ero di stanza a Casalmaggiore, sul Po, cameriere alla
mensa sottufficiali e dopo l’8 settembre 1943 sono riuscito a scappare e sono
tornato a casa il 12 settembre 1943». Collaboratore del parroco don Giovanni
Favaretto – per conto del quale lavorava i terreni di pertinenza della
parrocchia - alla fine di aprile del 1945 era presente in canonica
quando, dopo una trattativa fra il comandante tedesco dell’aeroporto militare
di Canizzano e i partigiani locali, i tedeschi si arresero e gli ufficiali furono
accolti in canonica fino a che si consegnarono agli inglesi. Brani su YouTube – Trincee e
sbarramenti anticarro tedeschi a
sudovest di Treviso. – Aeroporto Treviso
- aprile 1945: il comandante, il parroco, i partigiani e le donne dei
tedeschi – Fuoco
all'archivio (e alle lettere al parroco dei soldati in guerra) .
Quando muore un vecchio niente di meglio di un bel falò con le sue scartoffie
per pulire senza perdere troppo tempo e far largo alla vita che continua. Non
importa se il vecchio è stato il prete che per 40 anni ha retto la
parrocchia. Non importa se a bruciare sono le lettere che i parrocchiani
soldati gli avevano inviato dal fronte durante la guerra. Così se n'è andata
gran parte dell'archivio personale di don Giovanni Favaretto (1903-1984),
parroco di Sant'Angelo sul Sile fra il 1939 e il 1979. |
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Pin A. |
1941 |
Lughignano |
Casale sul Sile |
2005.07.25 |
2005.06ab |
«Sono nata con l’acqua in casa… veniva “fuori per fuori” dai balconi ed io ero
sopra, quando sono nata a Lughignano di Casale sul Sile “drio a riva del
Sil”, proprio attaccati… Il giorno in cui sono nata c’era l’acqua
alta, perché era straripato il Sile, che straripava tre quattro volte
all’anno, anche cinque. E fatalità al 13 di febbraio 1941 aveva straripato.
Eravamo una riga di famiglie e l’ultima era la nostra, avevamo i portoni più
grandi e di sopra avevamo le camere e anche il granaio. La gente delle altre
famiglie non sapeva come venir fuori e allora passavano sulla nostra casa:
avevamo una scaletta che, sull’alto, dietro, si portava al livello della
strada. Passavano tutti sul nostro granaio… e la nostra ostetrica, levatrice
come una volta la si chiamava, è venuta col battello, che l’acqua passava
sulla nostra cucina, perché quando c’era l’acqua aprivamo le
porte, che entrasse. Era un’ostetrica di Casale è venuta col battello fino
alle scale e mi ha fatto nascere. Una volta si nasceva tutte a casa… – La località
esatta di Lughignano, il vostro borgo com’era chiamato? Era via Chiesa, perché è vicino
alla Chiesa; eravamo “in Contea”: lo chiamavano “la Contea”». Audio
YT – 1955-1963 … Fornaciaia da
Bertoli, ceramista da Tognana. Vedi anche l’opuscolo Mestieri
per donne . |
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Pinarello Gabriella |
1941 |
Catena di Villorba |
2019 Trento 2020 Telef. |
2019.03.30 2020.04.14 2020.04.16 2020.04.17 |
19033101
– 20041402 – 20041601 – 20041702 |
Nell’intervista registrata a Trento racconta della
sua conoscenza del trevigiano Romano Favaretto “Toe” [fratello del caduto
partigiano Mirando Favaretto], della sua attività di venditore di quadri
[anche di libri usatinella piazzetta dietro il campanile del Duomo di
TV] con laboratorio di cornici in Cornarotta e dell’ambiente di pittori e
artisti grandi e piccoli che frequentava a Treviso negli anni’60. Nella
lunga intervista telefonica [causa lockdown Covid] dell’anno successivo, G.
Pinarello racconta la sua vita: la morte del padre Luigi Cipriano nel 1946
investito da un auto a Carità di Villorba mentre tornava dal lavoro; della
madre che – da sola – riesce ad allevare tre figli; dei suoi 5 anni (1951–56)
al Patronato Carolina Polacco di Treviso. Molto spazio è dedicato alla
sua esperienza di lavoro alla Filatura del Montello a
Visnadello: vent’anni, dal 1956 al 1976, da apprendista a caporeparto. Ascolta
la playlist su YouTube con la storia della vita di Gabriella
Pinarello. Vedi anche l’opuscolo Mestieri
per donne . |
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Piovesan Guido |
1934 |
San Floriano / Olmi |
S. Floriano / Olmi |
2021.01.11 2021.03.06 |
21011101 - 21030602 |
Guido Piovesan da ragazzino ha fatto el bureín
nel gioco della borella e con i soldi racimolati a rilanciare le bocce ai
giocatori, è riuscito a comprarsi un paio di scarpe da calcio, giocando poi
per tre anni con gli allievi del Treviso. Nella vita, per oltre sessant'anni ha fatto il
pittore edile, per cinque sei anni soto paron, e poi con una
propria impresa, ora gestita dai suoi due figli. Vai alla sua pagina
blog. Racconta della tradizione
del campanò (o campanon come da lui
pronunciato). «Si suonava con le mani, sopra il campanile, non tirando le
corde. Ci voleva... si legava il battaglio con una corda… C'era tutto un
procedimento, prima. Bisognava legare il battaglio a una certa distanza dai bordi
della campana e dopo, con due mani e un piede, si suonava. Nel 1945, il
giorno in cui è finita la guerra, siamo stati sopra il campanile dalle 8
della mattina fino alle 5 della sera a "sonar campanon", e le donne
venivano a portarci salame, soppresse, vino... – Audio
YT. |
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Pol Renzo |
1964 |
S. Vitale di Canizzano |
S. Vitale di Canizzano |
2013.09.10 |
P9100072 |
Intervista raccolta
sul campo mentre Renzo e famigliari erano intenti alla
zappatura/sarchiatura manuale del radicchio rosso tardivo di Treviso. Si
parla del radicchio: quello precoce non vale più la pena coltivarlo, rende
poco. Quello tardivo è una buona fonte di reddito ma si dovrebbe migliorare
l’attività del Consorzio, cui peraltro solo una minoranza di produttori
aderisce – Guarda il video
YT (parziale) e quello integrale. |
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Proprietario casa con un presunto
dipinto di Beppe Ciardi |
– |
Quinto di Treviso |
Quinto di Treviso |
2013.12.17 |
Clip originale di 2’42’’ |
Durante le prime ricerche sui
partigiani uccisi al Gambero, sulla strada Noalese, incontrai un signore che
abita in via Pelosa, nelle immediate adiacenze dell’aeroporto di Treviso, il
quale mi riferì che nella sua casa c’era un dipinto di Beppe Ciardi. «Quando
abbiamo comprato la casa ci hanno detto che la moglie di chi l’abitava prima
“andava a fare i mestieri” in casa di Giuseppe Ciardi il quale invece
di pagarla le ha ceduto la casa», sulla cui facciata c’è un dipinto (da
01:03) di soggetto sacro, che a prima vista, tuttavia, difficilmente è
attribuibile a Ciardi. Alla mia perplessità l’interlocutore spiegò: «È di
Beppe, sa, non di Guglielmo. Guglielmo [Ciardi] era bravo, Beppe invece
faceva un po’alla buona». |
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Prosciutto, come farlo |
– |
– |
– |
2000.07… |
2000.02a – 2000.02b |
A richiesta di un amico abitante in Uruguay chiedo a
due esperti quale procedimento usassero i loro famigliari per ottenere il prosciutto
crudo. Nel primo audio rispondono mio fratello Mario che ha sposato una
ragazza del Cilento e Alfonso Fassina, fratello di un mio cognato e abitante
a Sant’Ambrogio di Grion – Trebaseleghe PD. Nella seconda cassetta, a partire
da 12:09 parla Giuseppina, la moglie di Mario. // Interviste non trascritte. |
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Rossetto Angelo |
1946 |
Borgo Grappa LT |
Silea |
2013.09.13 |
13091302 |
Breve incontro con Angelo Rossetto, campione di
canottaggio anni '70 e olimpionico a Monaco 1972 con il “Quattro senza”
(quarti classificati) « Non hanno voluto che facessimo il
"Due con" sennò avremmo vinto ad occhi chiusi». – Video
YT . |
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Rossi Lino |
1943 |
Conscio di Casale |
S. Cristina di Quinto |
2013.08.24 2013.09.13 |
13082401 13091301 – 13091302 |
La famiglia Rossi arrivò a Santa Cristina nel 1952
dove per prima iniziò la coltivazione del radicchio rosso di Treviso: Audio
YT. Lino è stato un esponente di punta dei locali giovani della DC, consigliere
comunale e assessore al comune di Quinto e fu tra i fondatori nel 1956
dei Club 3P della provincia di Treviso: Audio
YT, oltre che membro e dirigente delle varie organizzazioni di vendita
dei produttori agricoli ad iniziare dall’APO, espressione della Coldiretti. Dopo
che nel 1985 fu data la possibilità ai produttori agricoli di aprire anche
degli agriturismi come attività connessa e complementare alla produzione
dell’azienda, Lino e famiglia si attivarono per dar vita al proprio
“Agriturismo al Sile”, aperto l’11 novembre 1988. Vai alla pagina del blog
con la trascrizione
completa dell’intervista a Lino Rossi.
// L. R. parla poi della sua passione per il gioco della
borella e accenna anche al
gioco del “Quarantotto”, che «si gioca con quattro bocce e un pallino» e che
ricorda di averlo giocato con l’on. DC Bruno Zambon nella zona di Colfosco e
Susegana. Restando al gioco della borella, Rossi si attiva per organizzarne
una rievocazione il giorno 13 settembre 2013 presso la struttura del suo
agriturismo. Guarda la Playlist su YT e leggi la trascrizione dei dialoghi della
serata sul blog dedicato al
gioco della borella. |
|
Schiavon Gianni |
1947 |
Catena di Villorba |
Catena di Villorba |
2008.03.27 |
2008.02a |
Nel breve incontro il titolare della nota trattoria
“Da Coppi” sede di un “club di borella”, mi indica la persona a cui rivolgermi per notizie
approfondite sul tradizionale gioco: Gian Paolo Martin, di Santa Maria del
Rovere. Vai alla pagina del blog dedicato alla borella. |
|
Sponchiado Dino |
1927 |
S. Maria del Rovere |
S. Maria del Rovere |
2019.03.13 |
19031302 |
Brano di un file lungo 2 ore e 40’ in cui fra
l’altro parla del suo matrimonio civile e delle difficoltà incontrate
ad essere comunista in un paese in cui la gran maggioranza era politicamente
vicina alla DC. – Audio
YT con il racconto del suo matrimonio nel 1963. |
|
Stefanato Glauco |
1947 |
Casale sul Sile |
Casale sul Sile |
2005.07.25 fino al 16.11.2005 |
2005.05ab –06a 2005.07ab – 08a 2005.09a –12b – 2005–16a |
Serie di testimonianze e racconti di vita in
preparazione del libro La
piarda di Casier presentato da Ivano
Sartor nel porto fluviale di Casier – nel corso di una breve
crociera con la motonave SILIS da Fiera a Casale sul Sile – il 16 novembre
2005. Così Glauco ricorda le sue prime esperienze,
quando era piccolo e andava in barca con suo papà. «Durante le vacanze era
bello andar via con la barca, perché ovunque andassimo mio papà era
conosciuto. Erano amicizie che risalivano nel tempo, vecchie di generazioni,
perché mio papà mi portava in giro, in viaggio con sé, come suo papà aveva
fatto con lui e gli altri barcari avevano fatto coi loro figli». |
|
Susigan Lorenzo |
1944 |
S. Floriano/Olmi |
S. Floriano/Olmi di S. Biagio Callalta TV |
2020.12.19 e 2020.12.20 … 2021.03.19 |
20121901 – 20122001 – 21030605 – 21030607 – 21031902 |
Susigan
è un pensionato, già dirigente di una carrozzeria industriale. Abita vicinissimo all’ex osteria con bottega de casoín di
S. Floriano: l'osteria "da Piero De Marchi” (detto Piero Osto).
Esercizio commerciale che dopo il cambio di un paio di gestori chiuse,
trasferendo la sola osteria nella vicina Olmi. Con L. S. si parla del
gioco della borella al quale si avvicinò, come tutti bambini, come boreìn,
cioè quello che rimandava al giocatore la baƚa che aveva lanciato per colpire i sóni. «Facevamo lotta noi bambini per farlo:
io ero il più vicino [al campo di gioco] e prendevo più facilmente il posto
di quelli che venivano da più lontano: e una volta preso il posto era
difficile cederlo, perché ti davano quei sínque dièse franchi alla
fine della partita». Lorenzo Susigan è poi stato giocatore
di borella – ma anche di bocce – per vari anni. Ma «è dal 1986 che ho smesso, per motivi di lavoro,
non sono neanche più andato in osteria. Lavoravo a Lanzago da Franchin, che faceva
carrozzerie industriali. Diciamo che ero il primo disegnatore che è venuto da
Franchin. […] Quando poi hanno chiuso sono andato in giro per il mondo… ». Vai alla sua pagina nel blog dedicato
alla borella. |
|
Tiveron Ivano |
1947 |
S. Floriano/Olmi |
Cordenons (Int. telef.) |
2020.12.18 |
20121801 – 20121802 |
Mio compagno di
scuola alle magistrali e professore di lettere alle scuole medie. Autore di
vari libri di storia: sia strettamente locale sia di argomenti attinenti alle
due guerre del Novecento. Mi parla di San Floriano, il paese della sua
infanzia e giovinezza e mi mette in contatto con i testimoni Lorenzo Susigan
e Renzo Bassi. |
|
Toffolo Maria |
1924 |
Silea |
Silea |
2005.12.16 2005.12.19 |
2005.17b – 2005.18ab – 2005.19ab |
Mamma del capitano
fluviale Adriano Gnan, presente all’intervista, e moglie di Attilio Gnan,
barcaro di Donada, di cui racconta la storia. Nel 1951, l’anno
dell’alluvione del Polesine, Attilio decise di partire per il
Belgio come minatore (accordo “uomo–carbone”), con l’intenzione di mettere da
parte un po’ di soldi per acquistare un burcio a motore tutto suo. Sogno che
realizzò, comprando nel 1957 il Maria
Giuliana da Olindo Sambo (padre di Renzo, il campione olimpico di
canottaggio, Messico 1968) cambiandogli il nome in Charleroi, a ricordo dei suoi
anni di miniera. Purtroppo ormai il tempo dei burci stava per finire,
avessero o non avessero il motore, così decise di passare, come marinaio
dopendente, a navigare con le chiatte del Po, dove un banale incidente mentre
era in navigazione verso Mantova lo portò alla morte nel luglio del 1973. Maria
Toffolo racconta poi come lei affrontò gli anni in Belgio, impegnandosi
dapprima ad apprendere il patuà parlato a Charleroi (per la
precisione nella località di Goutroux) e poi ospitando nella sua casa, che
era abbastanza grande, alcuni minatori italiani cui preparava anche da
mangiare e lavava i vestiti. «Insomma ci eravamo organizzati e in questa
maniera riuscivamo a pagarci l’affitto e a risparmiare. Perché Attilio
aveva sempre quello in mente: star presto a risparmiare i soldi, venir via,
comprarsi la barca e vivere all’aria aperta». Audio YT. La testimonianza di M. T. è stata fondamentale
per la realizzazione dell’opuscolo Navigare sul Po, 2006, dal quale è stato tratto anche l’atto unico “Celestina e il fiume” di Beatrice Zuin, prima rappresentazione al teatro
Camploy di Verona il 10 marzo 2022. |
|
Torresan Teresina |
1938 |
S. Angelo di Treviso |
S. Lazzaro di Treviso |
2014.07.21 |
14072101 |
Operaia a 16 anni
nella ceramica Pagnossin di San Giuseppe. «Prendevamo otto
lire all’ora, e dopo - quando abbiamo cominciato a protestare e dicevamo che
ci saremmo licenziate - ce ne davano undici, undici lire. E dopo… dopo sono
venuta via… Da Pagnossin sono rimasta solo quattro-cinque mesi. – Chi
le aveva trovato il posto, per curiosità? Il prete di Sant’Angelo,
don Giovanni Favaretto. Dopo sono andata a lavorare da Appiani e mi sono
trovata tanto meglio: «erano tutti gentili, erano di quelli che “ci tenevano
di conto” alle ragazzine, ai ragazzi, ai giovani. Facevamo piastrelle.
C’erano due reparti: la fornace e la ceramica. In fornace facevano i prodotti
e in ceramica venivano scelti. - E lei era? In “cernita”». Audio
YT – Trascrizione integrale su blog. |
|
Trentin Nicoletta |
1980 |
– |
Osteria alle Crosere |
2016.07.24 |
16072404 |
L’intervistata conduce col marito Andrea Giobbe
l’Osteria alle Crosere a San Bartolomeo di Breda di Piave, dove è ancora
attiva (sia pure saltuariamente) una
struttura per il gioco della borella (‘na borèa). Nicoletta
Trentin ricorda che la borella vecchia è stata chiusa prima della
sua nascita, cioè prima del 1980. La borella attuale è stata ricostruita nel
2007 con la supervisione tecnica di Renzo Menegaldo, un giocatore e falegname
di Rovarè che costruiva le bocce in legno di opio (acero
campestre), legno delle siepi, adatto perché leggero. Nella sua
“borella” organizza dei tornei comunali nei quali – rarità… – si
cimenta lei stessa. Ma il problema sono i giovani che mancano: « Appena
aperto sì, nel 2007, essendo una novità, si fermavano ma poi un po’ alla
volta non si sono più fatti vedere». |
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Trevisiol Giacomo |
1951 |
Cavrie di S. Biagio |
Osteria alle Crosere + Cavrie di S. Biagio (al telefono) |
2016.06.15 2021.01.07 2021.03.06 |
16061505– 16061506 – 16061507 – 16061508 – 21010701 – 21030603 |
Nel primo incontro “Alle Crosère” di San Bartolomeo
di Piave Giacomo Trevisiol ricorda come ‘e boree (i campi di
gioco della borella) venivano costruite sempre a tramontana [a
nord], perché dietro la casa il fondo era morbido e le bocce restavano
all’ombra, così “rispondevano” bene. Quanto al legno usato per le bocce,
erano preferiti i legni di sóca, ceppaia, perché la sóca non si spezza
mai. Le sóche preferite
erano quelle di noce e ancor più del stropèr (salice da
vimini) che era più igaìsso [grossomodo: più fibroso,
filaccioso]. Poi le baƚe erano
fatte bollire e lasciate al coperto in caneva, per terra
all’ombra. Audio
su YT // Nella seconda intervista (telefonica, gennaio
2021) precisa che era il campione
di borella a volere per sé una baƚa che non si spaccasse ma e che se la faceva
fare con la sóca, perché il suo legno è tutto intorcolà e non si spaccava mai. // Nella stessa
occasione Trevisiol recita anche una salace filastrocca che ha per
protagonista una certa Maria Canòti, donna che all’epoca
sarebbe stata definita zitella, che giunta in paese incontra un mastro
falegname, il “maestro Fino”… . Ascolta su YT A
cansón de Maria Canòti. // In una successiva intervista nel
marzo 1921, sempre telefonica, mi racconta anche di un particolare rito
propiziatorio che il Primo marzo si svolgeva sopra il
letamaio - nella campagna di San Biagio di Callalta - affinché i bambini crescessero
belli e sani. Audio
YT. |
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Vettore Aristide |
– |
Battaglia Terme |
Telefonica |
2001 |
2005.12a |
Intervista di Glauco Stefanato al vecchio barcaro
Aristide Vettore (con richiami anche a un suo collega, Gianni Giacobbe).
Dialoghi in dialetto polesano stretto in cui vengono citati vai itinerari
percorsi dai due barcari. Località citate Ficarolo RO, Bagaggiolo TV, Casale
sul Sile, Brondolo VE, Arzere, Cagnola PD, Governolo MN, Marano Lag. UD,
Portobuffolè, Motta d Livenza, Pescantina VR. Difficoltà di navigazione,
prima del Taglio, nel Vòlto de
Sant’Antonin (attuale
"Sile morto"). |
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Vezzà Mario |
1951 |
Casier |
Casier + S. Giovanni Lupatoto VR |
2005.07.28 2008.03.26 2013.01.11 |
2005.08.ab 2008.02ab Z0000025 |
Professore di lettere al Riccati, parla dello
“squero Vezzà” aperto a Casier “dai suoi vecchi”. Il nonno Luigi, il
papà Domenico e un suo fratello, erano originari di Motta di Livenza
dove pure avevano un squero che furono costretti a chiudere in seguito a una
deviazione del fiume. «Mi diceva mio padre che – inizialmente – venivano
in bicicletta a Casier, al lunedì, dormivano in una baracca durante la
settimana e tornavano a Motta al sabato sera, sempre in bicicletta». Il
legname per le barche, a Casier, glielo portavano dei boscaioli del Cadore
che anche provvedevano a segare il tavolame sul posto. Di ritorno in
auto dall’intervista a Giancarlo Cervi “Pontel” di San Pelagio racconta un
episodio in cui certi Battistella di Casier, proprietari di una trebbia,
furono invitati/sfidati a una partita di borella all’osteria “al Norge” in
via Cal di Breda a Treviso « E, il loro rammarico era quello di non aver
avuto cinquemila lire in tasca perché altrimenti avrebbero potuto giocare a
soldi e avrebbero “preso un franco": li avrebbero pelati». // Uso
dello schiral per la pesca nel Sile. |
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Visentin Alessia |
– |
– |
Treviso |
2025.05.20 |
25052001 |
Archivista professionista, membro del Comitato
scientifico dell’Istresco, racconta la sua esperienza a Roma dove – superata
una selezione – sta frequentando un corso organizzato dall'Istituto Luce
specifico per archivisti di audiovisivi. Audio
YT |
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Vissa Luigi |
1929 |
Flambro di Talmassons UD |
Mestre |
2014.07.01 |
14070101 |
Minatore in Belgio nell’ambito dell’accordo uomo
carbone. Partiti in sei ragazzi da Udine, giunti a alla stazione dei treni di
Milano furono sottoposti a un’accurata visita medica in seguito alla quale
due furono rimandati a casa, per lievi imperfezioni fisiche. Gli altri
quattro raggiunsero in treno la località di Eisden nel Belgio del nord.
Il giorno successivo all’arrivo furono dovettero scendere in miniera:
profondità media 7–800 metri «ma sono andato anche fino ai 1050». Audio
YT + ebook. |
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Zago Gino |
1933 |
Schiavonia di Casale sul Sile |
Motonave Silis |
2005.07.25 |
2005.07b |
Tronchi fossili sul fondo del Bigonzo. «Dove abito c'è il Bigonzo, e noi d'estate si
andava a nuotare e anche a prendere la creta che ci serviva. Sotto, sul fondo
del Bigonzo, dove adesso hanno fatto il cavalcavia, dove c'è quella casa
abbandonata, c'era una buca dove andavamo a cavare questa creta e c’erano di
quei roveri larghi così e lunghi quattro cinque metri, sul fondo, proprio un
a fianco all’altro». |
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Zanatta Ivano |
1949 |
Frescada |
Porto di Fiera |
2019.05.31 |
19053101 |
Portabandiera dell’Anpi, mi procura alcune fotto di
suo zio Ferruccio Zanatta (Boffo), ex partigiano del battaglione Mirando e
racconta vari episodi della sua vita e della sua famiglia iniziando da suo
padre Luigi, un buon pugile, che durante la guerra fu fatto prigioniero
in Albania. Ritornato a casa vene a sapere che sua moglie e la sua
prima figlia erano state uccise durante il bombardamento di Treviso del 7
aprile 1944 in un rifugio vicino alla chiesetta che c’è all’inizio della via
S. Antonino. La moglie fu trovata con la testa staccata della figlioletta in
braccio. |
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Zuliato Zeno 66 interviste |
1942 |
Treviso |
Telefono |
2020.12.02 |
20120201 |
Suo stupore per i trascorsi giovanili del partigiano
comunista originario di Fiera TV e medaglia d’argento al valor militare
Amerigo Perini, ucciso dai fascisti a Venezia i 26 novembre 1944. |
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ZZ – Indipendentisti Veneti (Registrazione dal vivo) – Fuori catalogo |
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1997.03.20 |
1997.02a |
Trasmissione pirata di
indipendentisti veneti si sovrappone al TG1 Rai ore 20 del 20.3.1997 -
Registrazione audio effettuata nella mia abitazione - Il "Veneto
Serenissimo Governo" che si è costituito il 25 gennaio 1987 e si
autodefinisce «unico erede e custode della storia dei valori, delle
tradizioni e dello spirito del popolo veneto» invita tutti i veneti che si
riconoscono nei valori della Serenissima a rispondere «all'inaudita
provocazione dei programmati festeggiamenti per il 12 maggio» convergendo «a
Venezia, la capitale dei veneti, in piazza San Marco per bloccare l'infame
quanto sciagurato tentativo da parte delle forze di occupazione e dei lacchè
veneti che ad esse si sono venduti di festeggiare i 200 anni della cosiddetta
caduta della Veneta Serenissima Repubblica. Vai alla playlist
su YT con l’audio della trasmissione pirata e con i video registrati
il 9 maggio 1997, giorno dell’assalto degli indipendentisti al campanile di
San Marco a Venezia. |